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Estate negli orti sequestrati alla ‘ndrangheta. Una vacanza speciale per Mauro Cortellini

Cronaca

Estate negli orti sequestrati alla ‘ndrangheta. Una vacanza speciale per Mauro Cortellini

Una vacanza certamente insolita quella scelta dal brugherese Mauro Cortellini, poco più che ventenne, che lo ha portato a compiere un viaggio fino a San Leonardo di Cutro (Crotone) per andare a lavorare nei campi agricoli sequestrati alla‘ndrangheta.

Il progetto a cui il brugherese ha aderito è stato messo in piedi da alcune organizzazioni: Libera che coordina tutte le associazioni del Sud Italia contro la mafia, Ibo (Associazione di Ferrara) e Wwf. Mauro è biologo nutrizionista ed è un volto noto anche in città perché è volontario presso l’associazione La Lampada di Aladino.

Un ragazzo dunque molto attivo che non si è fatto scappare un’avventura così forte come quella che ha vissuto e condiviso insieme ad altri compagni di avventura: «Sveglia alle 6 di mattina – ci racconta Mauro -, ore 7-12,30 lavoro nei campi, pomeriggio dedicato a film in inglese sulla mafia o riflessioni sul tema, serata libera. Eravamo 8 ragazzi “internazionali” – spiega – io, una romana, 2 slovacchi, 2 russe, 1 coreana, 1 serba. Si comunicava solo in inglese. Il nostro obiettivo era quello di aiutare una cooperativa di giovani della zona crotonese, che ha rilevato dei latifondi sequestrati alla ‘ndrangheta, a coltivare con agricoltura biologica quei campi. Il lavoro che abbiamo fatto gli  permetterà poi, nei prossimi anni, di creare nuovi posti per sottrarre le persone in cerca di occupazione al circolo vizioso della mafia. Ciò darebbe un messaggio forte: la mafia non crea lavoro, sequestrargli i beni è un bene per tutta la collettività!».

Mauro Cortellini ha dunque vissuto più un’esperienza di vita gratificante che una vera e propria vacanza e ha aggiunto: « La cosa che più mi ha colpito è vedere l’impegno e la passione dei ragazzi della cooperativa, che hanno deciso di restare nella propria terra senza scappare per cercare di migliorarla. I ragazzi stranieri all’inizio faticavano a capire il problema, ma alla lunga il concetto è passato. Hanno capito tutti che la mafia non si limita a nuocere nel Sud d’ Italia, ma è una questione vicina anche al Nord e in tutta Europa. È stata un’esperienza che mi ha arricchito molto».

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