Cultura
L’insolita accoppiata tra musiche rinascimentali e chitarra resofonica
Un cono nella cassa
«Riaccordando lo strumento – ricorda -, qualche anno fa, ho verificato che fosse intonato suonando un’aria classica. E ho avuto un’illuminazione: mi sono innamorato di quel timbro tanto da farne anche un disco, di prossima uscita». Diversamente dalla chitarra classica, le cui note risuonano nella cassa armonica, la resofonica ha, al suo interno, un cono che amplifica il volume delle corde. «È il principio del fonografo – spiega Elli -, nel quale un cono aumenta il suono emesso dalla puntina posta sul giradischi».
Tra liuto e clavicembalo
Essendo il “risuonatore” di alluminio, le note emesse dalla chitarra resofonica hanno un sapore metallico. «Tendenzialmente è così – aggiunge -, ma il timbro che sono riuscito a riprodurre si situa a metà tra quello di un clavicembalo e quello di un liuto». È quest’ultimo, infatti, lo strumento filologicamente più corretto per l’esecuzione delle arie e madrigali tardo rinascimentali che risuoneranno presso la chiesetta di Sant’Anna. «Anche la chitarra classica, spesso utilizzata in questo ambito, è invenzione posteriore. La resofonica addirittura non compare prima degli anni ‘20 del secolo scorso».
Il soprano Patrizia Macrelli
È un matrimonio musicale insolito, quello che andrà in scena la prossima domenica. Ma affascinante, assicura Elli, anche grazie alle doti canore del soprano Patrizia Macrelli cui è affidata l’esecuzione vocale.