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Patologie e fragilità della terza età. Come affrontarle al meglio?

Salute

Patologie e fragilità della terza età. Come affrontarle al meglio?

Dedichiamo la rubrica salute di questa settimana agli anziani. Quali sono le patologie più diffuse? Come si può accettare serenamente il tempo che passa? Risponde agli interrogativi il dottor Vincenzo Valesi, medico esperto in medicine non convenzionali, ma anche medico di famiglia a Brugherio. Figura molto nota in città, è autore dell’ opera “I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia” edito dalle Macroedizioni dove propone una visione pratica dei rimedi naturali come possibile soluzione delle più comuni patologie che ci affliggono quotidianamente.

  

Quali sono le patologie più diffuse negli anziani?

Dobbiamo distinguere fra il concetto di invecchiamento e di senescenza: il primo è un dato anagrafico, l’inevitabile “maturare” degli anni sulla carta d’identità, alla quale nessuno si può sottrarre, e che ci mette tutti sullo stesso piano. La senescenza invece è un fatto biologico, non necessariamente corrispondente all’età anagrafica. La senescenza è un processo che inizia da giovani. All’autopsia di bambini di due anni si sono riscontrate già placche aterosclerotiche. Le problematiche poi  possono essere estremamente diverse in relazione anche al genere. Riferendomi alla fascia degli over 55 le problematiche di più comune riscontro, sia per l’uomo che per la donna sono quelle dei cosiddetti “dolori” legati a processi di artrosi e osteoporosi e quelle relative alla sfera urogenitale e sessuale, per modificazione dei rapporti fra i vari ormoni. Oltre naturalmente a quelle più dichiaratamente patologiche: arteriosclerosi, cardiopatie ischemiche, ipertensione arteriosa, diabete soprattutto del tipo 2. Non meno importanti quelle  legate alla degenerazione delle cellule e all’invecchiamento del sistema immunitario: mi riferisco alle patologie neoplastiche la cui incidenza aumenta comunque con l’età, in generale e più specificamente per alcune neoplasie tipo adenocarcinoma della prostata; adenocarcinoma della mammella; adenocarcinoma dello stomaco e del colon.

 

Molto spesso gli anziani sono costretti a dover assumere quantità esagerate di farmaci per diverse patologie…con quali rischi?

L’inevitabile spesso necessario uso di molti farmaci, soprattutto FANS (diclofenac, piroxicam, nimesulide, ketoprofene e ibuprofene) e antidolorifici espone soprattutto ai problemi degli effetti collaterali, delle loro possibili interazioni sfavorevoli, della loro tossicità. Problemi risolvibili evitando le automedicazioni e rivolgendosi al proprio medico di famiglia, e comunque sempre raccomandando un uso “discreto e ponderato” di tali farmaci.

 

Quali sono le richieste o le problematiche che i suoi pazienti anziani le riferiscono maggiormente?

Le problematiche di “dolori”, problematiche legate alla sfera urogenitale e sessuale in senso lato, problematiche di ordine psicoemozionale legate alla necessità dell’adattamento psicologico al progredire dell’età, legate anche all’interpretazione culturale sfavorevole dell’età stessa, con conseguenti problemi legati al pensionamento e al senso di emarginazione. Ciò è molto favorito da modelli culturali condizionanti  proposti dai media che enfatizzano il mito dell’eterna giovinezza, e rimuovono  argomenti ritenuti scomodi e poco favorenti il marketing, piuttosto che valorizzare gli aspetti positivi della persona  in  ogni età della vita.

 

Il medico di famiglia ha un ruolo fondamentale per i suoi pazienti: al medico di famiglia si manifestano oltre che i disturbi anche paure, insicurezze e si chiedono pareri. In che modo il medico di famiglia riesce a rassicurare i propri pazienti e a guadagnare la loro fiducia?

Il medico di famiglia rappresenta un interlocutore umano vicino ai problemi e alle necessità del quotidiano, a cui si può confidare quei problemi e quelle ansie che magari non si confiderebbero a nessuno. Questo richiede naturalmente tempo e dimostrata capacità di meritarsi questa fiducia, anche  dal punto di vista umano. Il medico di famiglia dovrebbe sempre tranquillizzare: questo non significa essere medici superficiali, ma avere compreso che la paura e il dubbio sono  più pericolosi dei virus e dei batteri!

In una società dove l’elemento culturale predominante è il “business” della paura, la capacità di utilizzare in senso positivo la parola “rassicurante” diventa un elemento terapeutico unico e insostituibile, spesso molto più potente degli stessi farmaci.

 

Ci sono anziani che soffrono la solitudine. Quali sono i consigli che il medico deve dare a queste persone?

Non isolatevi, ricercate ogni forma di aggregazione sociale e culturale, sviluppate quelle attività per cui siete venuti al mondo e che rappresentano i vostri “talenti”, spesso inespressi. Catone il censore imparò il greco a più di 80 anni e il grande oratore Demostene superò la propria balbuzie esercitandosi a parlare con un sassolino sotto la lingua. Come la Divina Commedia insegna “fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”

Per questi obbiettivi non ci sono limiti di età. Il sessantenne di oggi non è come quello di solo 50 anni fa, sia dal punto di vista mentale che fisico.

 

Il consiglio dell’esperto

Soprattutto ricordatevi che molti aspetti considerati negativi della “vecchiaia” sono legati soprattutto a condizionamenti  e a credenze limitanti esclusivamente di carattere culturale, ai quali possono essere sostituiti altri “messaggi” più positivi. Non per nulla si parla di personaggi biblici vissuti anche 600-700 anni. Il filosofo Feuerbach diceva” l’uomo è quello che mangia”. Questo vale non solo per i cibi materiali ma anche e soprattutto per gli alimenti spirituali, che sono vere e proprie terapie. Non c’è nulla di materiale che prima non sia nato nel pensiero, individuale o collettivo.

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