Sarà una notte speciale quella del 30 marzo per Aida Dervishi, 40 anni da Pobratberat, in Albania.
Nella Chiesa di San Bartolomeo, accompagnata dall’affetto di tutta la comunità, riceverà i sacramenti del battesimo, dell’eucarestia e della cresima.
Sposata con Fabio e mamma del piccolo Mattia, 13 mesi, il suo percorso di fede è iniziato ufficialmente due anni fa, sotto la guida di sr Agnese Franceschin, anche se,come ci racconta lei stessa, il desiderio di vivere la fede affonda le radici ancora più in profondità.
Chi per primo ti ha parlato di Dio?
I miei genitori e i miei nonni mi hanno educato al rispetto degli altri, all’onestà e spesso parlavano di Dio, dicendomi “Dio è grande, ci vede e ci aiuta sempre”. Non ero stata battezzata perchè ai quei tempi l’Albania era sotto il regime comunista e non era possibile dichiarare apertamente di credere in Dio, ma si era costretti a farlo di nascosto. La prima volta che sono entrata in una chiesa è stato quando sono emigrata in Grecia, nel 2002. Appena sono entrata ho provato subito un senso di pace.
Nel 2004 sei arrivata in Italia e sei entrata in contatto con alcune realtà di Chiesa…
Sì, quando nel 2004 sono arrivata a Torino, oltre all’ aiuto di alcune amiche ho potuto contare anche su alcune suore che mi hanno aiutato nell’ottenere la licenza media e nel cercare lavoro. Sono stati tempi molto difficili, di sacrifici, però mi sono data da fare ho fatto diversi corsi, finchè non ho trovato lavoro presso una signora. La accompagnavo in Chiesa e da lì ho iniziato a conoscere meglio l’ambiente delle parrocchie.
Com’è nato il desiderio di ricevere i sacramenti?
È un desiderio che ho sempre avuto, fin da quando ho lasciato l’Albania, però non avevo mai avuto occasione di concretizzarlo. Il desiderio si è fatto più forte quando, lavorando in alcune famiglie, ho visto che alla sera facevano pregare i bambini. Pregavo anch’io con loro ed era una cosa bellissima. Mi ha colpito molto anche un’altra signora dove lavoravo: quando pregava aveva gli occhi pieni di luce e di felicità. È questo che mi ha fatto davvero nascere la voglia di ricevere i sacramenti.
Quando è iniziato il tuo percorso di fede a Brugherio?
Sono arrivata qui due anni fa, dopo aver conosciuto mio marito Fabio. Nel novembre 2011 ho iniziato il percorso con sr Agnese e da allora ci siamo incontrate ogni settimana.
Oltre a questo, è stato molto utile per me anche il corso fidanzati che ho frequentato qui in parrocchia prima del matrimonio.
Quali sono state le fatiche e le gioie del tuo percorso di preparazione?
La fatica più grande è stata la difficoltà con la lingua, il non riuscire a comprendere bene il significato delle parole delle preghiere o del Vangelo. Suor Agnese, però, mi ha sempre aiutato, rispondendo alle mie domande.
C’é un ricordo particolare di quei momenti?
La cosa più bella è stata quando, leggendo il Vangelo, mi tornavano in mente i brani che avevo letto nella mia lingua, quando ero in Albania, e così riuscivo a capirne davvero il significato.
Cosa ti auguri per il cammino che ti si apre davanti?
La cosa che spero di più è di riuscire a trasmettere a mio figlio tutte le cose che mi hanno insegnato la mia famiglia, sr Agnese e tutte le persone che ho incontrato.
«Il percorso è prima di tutto un dialogo, una ricerca insieme.» Con queste parole sr Agnese Franceschin descrive il cammino di quanti, da adulti, chiedono di poter ricevere il battesimo o, più spesso, la cresima. È lei infatti ad occuparsi della formazione che, sottolinea, «non si riduce ad un programma predefinito uguale per tutti, ma è un cammino personalizzato. Il punto di partenza è sempre la persona che si ha davanti».
Indicativamente per il battesimo la formazione ha una durata di circa due anni, mentre per la cresima il cammino dura qualche mese. «Alcune persone iniziano chiedendomi quanti sono gli incontri strettamente necessari» prosegue sr Agnese «poi, andando avanti nel cammino, diventano sempre più interessati e spesso sono loro a chiedere di potersi incontrare ancora per dialogare». A tracciare le linee guida della formazione è la Parola di Dio, che per molti diventa una piacevole scoperta «In molte persone ho notato come ci sia un momento preciso in cui nasce una vera e propria passione per il Vangelo. Accade quando sentono che quella parola è davvero Parola di Dio, perchè rivela te stesso e ti da la gioia dell’incontro».
È importante poi che la persona non rimanga sola a vivere la fede che ha ricevuto: «Cerco sempre di mettere in contatto le persone che si rivolgono a me con una realtà della comunità, per far sì che ci sia un legame continuo, che vada oltre la celebrazione dei sacramenti» conclude sr Agnese.