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Al Bazar, 35 anni tra vernici e colori
«Erano gli anni ’80, mi serviva la vernice per un motorino e sono dovuto andare a comprarla a Cologno. E mi sono detto: ma possibile che nel mio paese non si trovi?». Mauro Umiltà racconta così la prima volta in cui gli è passato per la testa di aprire un colorificio.
Oggi il Bazar del colore fa un anniversario tondo, compie 35 anni ed è gestito dal figlio Simone (nell’attesa che si affacci la terza generazione, il piccolo Ethan ora di 3 anni). Ne è passato di tempo da quando le vernici, ricorda Mauro, si facevano con la bilancia per ottenere la giusta tonalità. Adesso la miscela è computerizzata e dosata con microscopica precisione, le tonalità possibili sono decine di migliaia, ma il fattore umano resta determinante.
«Io sono cresciuto in negozio – dice Simone Umiltà -. Mi piaceva starci fin da bambino, ci venivo nelle pause scolastiche, nel fine settimana. Così a 18 anni, terminati gli studi, mi è sembrato naturale iniziare a lavorare con mio papà». Ciò che lo appassiona «è soprattutto il rapporto con i clienti che diventano amici. È molto affascinante anche quando qualcuno vuole ridipingere tutta la casa, o intere stanze, e insieme studiamo i colori più adeguati, i materiali, i modi. È una progettazione vera e propria che parte dai gusti del cliente e incontra i più recenti ritrovati in campo di pitture».
E la soddisfazione «di chi torna dopo un paio d’anni perché si era trovato bene, ad esempio, per ridipingere il salotto e stavolta viene ancora da noi per le vernici della cucina».
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Sgombriamo il campo ai dubbi: «Il colore che va di più, da sempre, è il bianco, non si discute», spiega Umiltà. «Da qualche anno però ha preso piede la moda “urban”. Sono vernici e materiali che, dati con particolari tecniche, simulano il cemento, le pietre, le pietre spaccate, i marmi. Alcuni sono veri e propri stucchi che vanno lavorati con strumenti specifici, altri invece materiali che quasi chiunque è in grado di stendere».
E anche l’imbianchino «si è evoluto professionalmente, fa corsi, è in grado di realizzare cose particolari». Più di recente «è tornata di moda la tappezzeria, ma con grafiche moderne, non quella vecchio stile della nonna, e ci siamo spinti anche in quel campo».
Dopo i primi passi in viale Lombardia, da 18 anni il Bazar del colore è in viale Europa e da bottega di paese è diventato grande.
«Facendo una media – prosegue il titolare – lavoriamo per il 25% con i privati, per il 30% con i professionisti (imbianchini e imprese edili) e per il 45% con l’industria».
Quest’ultima «è una bella fetta del lavoro e ci mette davanti a sfide diverse. Se per il privato il divertente è studiare colori e materiali, per l’industria ci troviamo a dover spostare decine di chili di materiali, ed è ugualmente complesso, in modo differente, e sfidante».