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Cosa si vota, come si vota: domenica 12 e lunedì 13 alle urne per le regionali

I quattro candidati presidenti alle elezioni regionali 2023: da sinistra Attilio Fontana, Mara Ghidorzi, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti
I quattro candidati presidenti alle elezioni regionali 2023: da sinistra Attilio Fontana, Mara Ghidorzi, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti

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Cosa si vota, come si vota: domenica 12 e lunedì 13 alle urne per le regionali

Domenica 12 e lunedì 13 febbraio i cittadini lombardi sono chiamati a eleggere il presidente della Lombardia e il consiglio regionale. Hanno diritto di voto tutti i cittadini maggiorenni iscritti nelle liste elettorali del proprio comune; devono presentarsi al seggio muniti di un documento d’identità e tessera elettorale. I seggi sono aperti domenica 12 dalle ore 7 alle 23 e lunedì 13 dalle ore 7 alle 15.

Una X sul simbolo del partito
Sulla scheda, gli elettori troveranno stampati i nomi dei candidati a presidente di regione, sotto i quali ci saranno i simboli dei partiti che li sostengono. Per votare basta tracciare una “X” sul simbolo del partito scelto: il voto va automaticamente sia al partito che al candidato presidente. È possibile anche votare direttamente il candidato presidente barrando solo il suo nome.

Il voto ai candidati consiglieri
Si può anche esprimere una o due preferenze collegate al partito votato, per scegliere i candidati che si vorrebbe eleggere come consiglieri regionali. Per esprimere la preferenza, è necessario scrivere i nomi dei candidati accanto al logo del loro partito. In caso si esprimano 2 preferenze, è obbligatorio scrivere i nomi di un candidato maschio e un candidato femmina. Vi è possibilità di voto disgiunto: cioè si può indicare due nomi di consiglieri regionali e poi barrare il nome del candidato presidente di una coalizione differente. Le liste dei candidati al consiglio sono diverse per ciascuna provincia lombarda, dato che i consiglieri sono eletti anche con un criterio territoriale, come spieghiamo tra qualche riga.

Chi sarà il presidente
Il nuovo presidente sarà eletto in base alla somma dei voti ricevuti personalmente e dalle liste che lo sostengono, a prescindere da quale sia la percentuale di voto: non è previsto il ballottaggio. Chi prende anche solo un voto in più, è eletto presidente di regione.

Chi saranno i consiglieri
Più complessa invece la dinamica dell’elezione dei 79 consiglieri regionali (80 contando il presidente, che fa parte del Consiglio). L’assegnazione dei seggi del consiglio regionale si svolge con schema proporzionale, con premio di maggioranza per la coalizione vincente. Se la coalizione del presidente vincente raggiunge meno del 40% delle preferenze ha diritto ad almeno il 55% dei seggi, mentre se supera la soglia del 40%, ha diritto ad almeno il 60% dei seggi.

Solo 7 saranno monzesi
I singoli consiglieri sono individuati tenendo conto di una quota fissa per ciascuna circoscrizione, che corrisponde alle province: Monza eleggerà 7 consiglieri su 79: è un calcolo fatto in base alla popolazione delle singole province. Ogni partito che si è garantito dei seggi li assegnerà ai propri candidati di lista che hanno ottenuto più preferenze.

I candidati brugheresi
Sono 4 i candidati brugheresi che puntano a un seggio in consiglio regionale. Sono Melina Martello (candidata per il Terzo polo, sostiene Letizia Moratti), Marco Troiano (candidato per Patto civico, sostiene Pierfrancesco Majorino), Pietro Virtuani (Partito Democratico, sostiene Pierfrancesco Majorino), Marco Fumagalli (Movimento 5 stelle, sostiene Pierfrancesco Majorino), Antonio Piserchia, (Unione popolare, sostiene Mara Ghidorzi. Non ci sono candidati brugheresi nel centrodestra: la Lega cittadina ha però fatto sapere di promuovere Andrea Monti (Lega, sostiene Attilio Fontana), che ha anche fatto diversi incontri con gli elettori in città.

La nomina degli assessori
Gli assessori regionali saranno invece nominati dal presidente vincente, che può anche scegliere tra personalità non politiche e non candidate. Se viene nominato come assessore regionale un candidato eletto in consiglio, questi si deve dimettere da consigliere, lasciando il posto al primo tra i non eletti del proprio partito.

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