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Realisti, indecisi, protagonisti: i ragazzi brugheresi alla soglia delle superiori

Da sinistra Lucia Scalco, Anna Arcari, Giovanna Borsotti, Mario Baldo in sala consiliare
Da sinistra Lucia Scalco, Anna Arcari, Giovanna Borsotti, Mario Baldo in sala consiliare

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Realisti, indecisi, protagonisti: i ragazzi brugheresi alla soglia delle superiori

Fin troppo realisti, tanto da faticare a sognare il futuro. Capaci di valutare se stessi, ma ancora bisognosi del supporto degli adulti, che ritengono un punto di riferimento.

È una parte della fotografia dei ragazzi di terza media emersa martedì durante l’incontro in sala consiliare (che ha anche suscitato domande e risposte non banali: clicca qui per leggerle) tra genitori e psicologi dei servizi Meta e Minotauro. Sono le due cooperative che hanno ottenuto l’appalto dal Comune per svolgere diversi servizi nelle scuole. Tra questi, l’orientamento in vista della secondaria di secondo grado (le scuole superiori), focus dell’incontro di martedì.

Introdotte dall’assessora all’istruzione Giovanna Borsotti e dal funzionario comunale Mario Baldo, le psicologhe Anna Arcari e Lucia Scalco hanno dato ai genitori presenti, una cinquantina, una restituzione del lavoro svolto in classe.

In ogni classe terza, ha spiegato Arcari, sono stati fatti tre incontri di due ore ciascuno. «Nei primi due – ha precisato – abbiamo parlato della scelta della scuola, di cosa si aspettano i ragazzi. Abbiamo chiesto loro di immaginare le superiori come un paesaggio, in modo da far emergere anche le cose più inconsapevoli», a livello di speranze e preoccupazioni. Ripensando alla scuola elementare e alle medie – ha aggiunto – abbiamo ragionato sui diversi aspetti di sé che si incontrano nelle fasi della vita, anche nelle relazioni con gli altri».

Il Comune ha attivato uno sportello psicologico gratuito per genitori, alunni e insegnanti: clicca qui per leggere di più

Un questionario di auto valutazione ha aiutato i ragazzi a comprendere meglio i propri punti di forza e punti deboli. «Sfatando il mito della “scelta giusta” – ha aggiunto Arcari -, come se ci fosse una scelta precisa, tra tutte, che possa metterci al riparo da ogni rimpianto e difficoltà. Non è così, naturalmente, e bisogna attrezzarsi per le difficoltà, che arriveranno per tutti». Scegliere la scuola superiore «è una prima grande responsabilità da grandi. Sono chiamati a dire, da protagonisti, come si vedono adesso e dove si immaginano nel futuro».

Con una difficoltà, ha spiegato la psicologa: «È necessario forzarli molto sul tema dei sogni e dei desideri, i ragazzi di terza media hanno i piedi per terra più di noi adulti. Questa generazione di preadolescenti e adolescenti non è per nulla ottimista e positiva. Non vede nel futuro un tempo facile nel quale realizzare i desideri, ma un tempo complicato. Purtroppo, è un tratto comune delle ultime generazioni», anche a causa degli anni di restrizioni a causa della pandemia.

«Abbiamo aiutato gli alunni – ha aggiunto Lucia Scalco – a immaginare un simbolico zaino da portare alle superiori, che contenga vari aspetti quali, ad esempio, la fiducia nelle proprie capacità, la determinazione, l’organizzazione dei tempi, la fiducia nei professori, l’apertura al dialogo con gli adulti, l’impegno a continuare a frequentare gli amici».

La grande maggioranza dei ragazzi, ha aggiunto, «ha rilevato che gli adulti sono un punto di riferimento: generalmente i genitori, ma anche i vicini, gli zii, i professori». Sostanzialmente tutti «individuano nelle scuole superiori un’occasione per crescere e andare avanti nella loro vita».

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