A 130 anni dalla costruzione, il castello delle campane di San Bartolomeo ha bisogno di essere ristrutturato. «Perché sia in sicurezza almeno per altri 130 anni», afferma l’ingegnere MauroBertoni incaricato dalla parrocchia di studiare i problemi e i possibili rimedi per la struttura.
Già da adesso, per precauzione, suonano solo 6 delle 8 campane. Le due più grandi sono infatti ferme. Questioni di sicurezza. Il loro movimento, lento, pesante. La vibrazione che provocano e scaricano su tutta la struttura. Sono troppo per delle colonne in ghisa soffrono i segni del tempo.
La torre campanaria è stata infatti edificata nel 1751, spiega Bertoni. Ha pianta quadrata, struttura a mattoni pieni, e la sua costruzione è durata 15 anni. Era meno imponente dell’attuale: nel 1837 il coro delle 3 campane è stato portato a 6. È del 1839 l’installazione dell’orologio, ad opera del Comune con le campane che diventano 8, il numero attuale.
Passano oltre 100 anni prima di una revisione completa: è il 1952 quando viene sostituito l’orologio, sempre a carico del Comune, e vengono posti rinforzi alla cella campanaria: fasciature alle colonne in ghisa che già mostravano segni di cedimenti. È l’ultimo intervento organico: i successivi, riferisce l’ingegnere, sono tutti rimaneggiamenti.
Nel 1997, nell’ambito del restauro della chiesa, è stato fatto un ulteriore intervento di consolidamento al basamento in muratura. La torre non ha dunque problemi statici, secondo quanto emerge dai rilevamenti dei tecnici. I problemi li ha il castello delle campane.
Sempre nel 1997 erano state smontate le campane per una pulizia e manutenzione realizzate in officina. «Da allora – rileva Bertoni – sono passati 25 anni, dunque oltre a mettere mano alle campane, dobbiamo mettere mano anche a questo castello che soffre i segni del tempo». Tra le tante particolarità del nostro campanile, c’è anche la dislocazione delle campane. Le più grandi sulla direttrice est ovest, le mezzane a nord sud, le piccole in diagonale. «Le due più grandi – spiega l’ingegnere – sono perfettamente centrate nella cella campanaria, mentre le mezzane e secondarie sono a sbalzo, con un effetto di dondolamento e ribaltamento che ha generato la necessità dei rinforzi del 1952».
La parrocchia ha così lanciato una raccolta fondi, senza però precisare quanto costerà l’opera. «Abbiamo solo delle cifre indicative – spiega il parroco don VittorinoZoia -, le preciseremo quando avremo i preventivi definitivi oltre alle autorizzazioni del caso della Diocesi e del Comune».
Per donare si può fare un bonifico sull’iban IT 46 L 03069 09606 100000012915 oppure utilizzare Satispay.