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“Nato a Brugherio”, Valeria Conti e Giorgio, bimbo partorito in casa
“Nato a Brugherio”. È scritto sulle carte d’identità di chi ha più di 50 anni, prima che il luogo della nascita diventasse l’ospedale. Non per tutti: Valeria Conti ha partorito entrambi i figli in casa. Carlo, il primo, e Giorgio, nato lo scorso 16 gennaio. Una scelta particolare presa con consapevolezza: Conti è ostetrica e dopo diversi anni di esperienza in ospedale ha aperto lo studio di Arte Ostetrica Terra Madre a Cologno Monzese.
Come è l’esperienza del parto in casa?
Il 16 gennaio ho partorito nell’intimità della mia casa a Brugherio il mio secondo figlio Giorgio con la presenza del papà Marco, del fratello Carlo, anche lui nato in casa nel 2018, e delle ostetriche Anna e Rosa. È stata un’esperienza meravigliosa. Ho partorito in vasca (una piscina gonfiabile specifica per il parto in acqua) e, come nel primo parto, ne ho tratto un notevole sollievo dalle sensazioni intense delle contrazioni; il travaglio e il parto sono stati molto veloci. Ho provato pressione intensa, non dolore, ho sentito forza, potenza e fiducia nelle competenze del mio bambino e nelle capacità del mio corpo. Mi sono lasciata attraversare dalle onde del travaglio, accogliendole e provando ad eliminare le resistenze. Mi sono lasciata guidare dalle percezioni e sensazioni del mio corpo: era il corpo a dirmi cosa fare, come muovermi, in quali posizioni mettermi. Ho dovuto solo avere fiducia e ascoltarlo.
Come ha reagito il fratellino?
All’inizio era molto incuriosito mi ha tenuto la mano e le ostetriche lo hanno coinvolto nella situazione: mi bagnava la fronte con pezze fredde o mi metteva acqua calda sulla schiena durante le contrazioni. Il regalo più bello è stato vedere la sua espressione di meraviglia e la gioia che ha mostrato quando è arrivato il fratellino. Tutto è avvenuto con estrema naturalità. Se non ci fosse stato mio marito tutto ciò sarebbe stato impossibile.
Il parto in casa può essere scelto da tutte le donne?
Per accedere a questo tipo di assistenza bisogna essere in salute e avere una gravidanza definita “a basso rischio” al momento della presa in carico della donna da parte del gruppo di ostetriche: solitamente sono almeno due. Sono le stesse ostetriche che, qualora nel proseguire della gestazione subentrino fattori di rischio, indirizzano la donna verso un parto ospedaliero. La priorità rimane sempre, e per tutti i soggetti coinvolti, la sicurezza della donna e del nascituro, quindi in qualsiasi momento la donna o le ostetriche possono scegliere di andare in ospedale se si ritiene che sia più sicuro.
Cosa si sente di dire alle donne che devono fare una scelta se preferire l’ospedale o la casa dove partorire?
Non c’è un luogo giusto o migliore per partorire, questo perché siamo diversi, i percorsi di gravidanza sono differenti e i bisogni di ciascuno sono diversi. Scegliere dove partorire significa scegliere dove il proprio bambino verrà al mondo, scegliere a chi dare l’onore di assisterti in travaglio e parto, scegliere il punto di partenza del viaggio di essere genitori. Si tratta di una scelta importante e, come ogni decisione da prendere nella vita, solo se si conoscono tutte le opzioni si può scegliere davvero consapevolmente. Fare scelte informate è un diritto e dovere di genitore.
Cosa consiglia allora a chi è incinta?
Quello che consiglio alle coppie che assisto o nei corsi preparto è prima di tutto capire di cosa si ha bisogno durante il parto, chiedersi che cosa si ritiene indispensabile. Assistenza ostetrica one to one? TIN? Epidurale? Vasca? Ambiente famigliare? Luci basse, pochi suoni e voci? La presenza del mio compagno e altri famigliari o persone? Taglio ritardato del cordone? Lotus birth? Rooming in? Allattamento al seno precoce? Dopo di che consiglio di andare a visitare gli ospedali e fare domande sui protocolli e procedure usate per capire se l’ospedale scelto rispecchia i propri desideri oppure no. Il parto è un’importante esperienza di vita, un rito di passaggio per la donna, il padre e il bambino e va quindi preparato e vissuto in piena consapevolezza, non si può lasciare tutto al caso, delegare agli operatori o non pensarci, focalizzando i mesi della gravidanza solo su visite, esami, controlli e corsi ospedalieri didattici frequentati negli ultimi mesi. Un’esperienza positiva della nascita è possibile, ma non è questione di fortuna: va pensata, desiderata, ricercata e coltivata durante tutta la gravidanza.
Quali sono i benefici e gli ostacoli del parto in casa?
Il parto in casa è un’alternativa sicura, un diritto sancito dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità) nell’ambito della libertà di scelta sulla propria salute. Assistito da ostetriche libero professioniste competenti che si recheranno a casa della donna dalla 37 settimana di gestazione fino alla fine del periodo di puerperio (40 giorni dopo il parto), tramite controlli periodici programmati e reperibilità. Le nascite in casa presentano migliori esiti rispetto a quelle ospedaliere per la minore o assente medicalizzazione di tutto il percorso nascita: gravidanza, travaglio, parto e post parto. Le evidenze scientifiche internazionali mostrano che in una gravidanza fisiologica e in salute, il parto in casa assistito da ostetriche competenti, con un ospedale di riferimento in caso di necessità, è una scelta possibile, appropriata e sicura. Permette un taglio ritardato del cordone ombelicale, un contatto pelle a pelle immediato e prolungato con la mamma, un buon avvio dell’allattamento. Secondo i dati, la mortalità e la morbilità per i neonati è assolutamente simile sia che la donna avesse programmato di partorire a casa o in ospedale. L’ostacolo principale è che il parto in casa non è ancora sostenuto da Regione Lombardia: non esiste infatti la reale possibilità di scegliere un luogo del parto diverso dall’ospedale, in quanto non è previsto il relativo rimborso economico in caso di scelta di parto extra ospedaliero.