Comunità Pastorale
Chiesa dalle genti: l’Arcivescovo Delpini avvia il sinodo
I tanti sudamericani, gli originari dello Sri Lanka, gli europei dell’Est e chi arriva, soprattutto donne, da nazioni un tempo russe. Ma non solo. Sono molte le persone di origine straniera che sono arrivate in città portando con sé la propria fede cristiana. Spesso però esternata con tradizioni e culti diversi da quelli locali.
Qual è il punto d’incontro più opportuno, affinché le parrocchie sappiano accogliere, a livello pastorale, queste persone? Le parrocchie diventano multietniche, ma sanno affrontare questa sfida? Nasce da questi spunti, sempre più d’attualità con l’aumentare del fenomeno migratorio, il “Sinodo minore” indetto dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Clicca qui per leggere il commento al sinodo del parroco, don Vittorino Zoia.
L’ha chiamato “Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Linee diocesane per la pastorale” e vuol essere, spiega la Diocesi, «un percorso di studio, riflessione e decisione per definire le modalità attraverso le quali annunciare adeguatamente il Vangelo, celebrare i sacramenti, vivere l’esperienza della carità nelle parrocchie ambrosiane, tutte sempre più multietniche».
Le parrocchie sono invitate a elaborare documenti che contengano racconto di esperienze e proposte. Saranno elaborati poi dalla commissione del Sinodo “Chiesa delle genti”, presieduta da mons. Luca Bressan e che vede tra i suoi membri anche mons. Davide Milani, a lungo sacerdote a Brugherio. Dal dialogo tra la commissione, i consigli pastorale e presbiterale diocesani e l’Arcivescovo, emergerà il documento che, il 3 novembre 2018, detterà le nuove linee guida sul tema, valide per la Diocesi di Milano.
Secondo mons. Bressan, «l’arrivo di nuovi popoli ci chiede non soltanto di attivare servizi di accoglienza e percorsi di integrazione, ma più profondamente ci chiama a realizzare una fraternità di diversi». Lo scopo del sinodo, aggiunge, «è eminentemente pastorale. Ogni comunità cristiana, ogni realtà ecclesiale è invitata a reagire alle questioni poste da un testo che farà da guida al percorso sinodale».
L’esito di tutto il lavoro, auspica, «sarà una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità, impegnata a tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano». Non solo sotto l’ombra dei campanili, precisa: «Una Chiesa dalle genti che con la propria vita quotidiana saprà trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale. Avremo infatti strumenti per leggere e abitare con maggiore spessore e profondità quella situazione sociale e culturale molto complessa che spesso definiamo in modo già linguisticamente riduttivo come “fenomeno delle migrazioni”».