Cronaca
Italia ai vertici delle classifiche sui morti stradali. Tiengo: «Massima attenzione, ora che c’è l’omicidio stradale»
Gli incidenti stradali rappresentano una delle più gravi emergenze sociali. Secondo NoiSicuri, progetto nazionale di sicurezza stradale nato nel 2007 con lo scopo di fare sensibilizzazione per ridurre drasticamente i rischi di incidentalità nei centri urbani, l’Italia è da alcuni anni ai vertici in Europa per il problema, con il primato dei morti su strada (3.753 nel 2012, 3.385 nel 2013) e con il maggior tasso di mortalità sia per milione di abitanti che per km quadrati tra i principali Stati europei. La causa principale del fenomeno è costituita per il 90% dai cattivi comportamenti dell’utente in strada. La scorsa settimana anche la città di Brugherio è stata colpita dal tragico incidente nel quale ha perso la vita una donna. E, in questi casi, si indaga per omicidio stradale.
La nuova normativa sull’omicidio stradale
«È una legge molto severa che nasce sull’onda emotiva di alcuni incidenti gravissimi causati da comportamenti delinquenziali, e attribuisce all’incidente una forte connotazione morale, punendo in modo molto severo chi l’ha causato», spiegano Giovan Battista Tiengo, brugherese, docente del Corso di Perfezionamento Psicologia del Traffico Università Cattolica e coordinatore Nazionale degli Psicologi del Progetto NoiSicuri e Paolo Goglio, direttore del Progetto NoiSicuri.
«La necessità di punire in modo esemplare chi si rende responsabile di condotte gravissime è naturalmente condivisibile, ma l’approccio fortemente moralistico rischia di far perdere di vista il problema reale: il 99,9% degli incidenti non avvengono per condotte delinquenziali ma per distrazioni momentanee e semplici leggerezze che vedono spesso accomunati sia il responsabile dell’incidente che la vittima dello stesso». Il dottor Tiengo e il dottor Goglio sono del parere che «la legge sull’omicidio stradale tende a consolidare la mentalità distorta che l’incidente sia quasi esclusivamente legato a fatti eclatanti e a comportamenti delinquenziali (in linea con le esigenze di spettacolarità spesso spinte dai media), facendo così dimenticare che ognuno di noi in qualunque momento può causare un incidente o esserne vittima anche per circostanze banali. La psicologia del traffico tratta approfonditamente questi aspetti studiando le diverse percezioni dell’uomo sulla strada, percezioni che sono poi all’origine dei comportamenti corretti o scorretti».
Secondo gli esperti dunque, «è fondamentale portare l’utente non solo a evitare condotte estreme e gravissime, ma a evitare costantemente ogni tipo di infrazione e comportamento scorretto e tale obiettivo è raggiungibile solo affiancando interventi correttivi su strada (con tecnologie adeguate e controlli efficaci) e azioni educative e di sensibilizzazione costante dell’utente, in grado di sviluppare nel tempo una sempre maggiore cultura della sicurezza stradale».