Comune
150esimo: 1890, cronaca nera con aggressione e arresto
a cura della Biblioteca Civica
Le vecchie canzoni popolari lombarde dell’area padana invitano spesso a diffidare delle osterie e dei loro dintorni, luoghi ideali per inganni, truffe e misfatti di ogni sorta. Leggete questa storia, vera (risale al maggio 1890), e diteci se non le mancano solo una struggente melodia, un efficace ritornello e il suono dolce di un organetto diatonico.
Gaspare Baj detto Marsell
Dopo una giornata di buoni affari, un commerciante in bestie bovine, Gaspare Baj, soprannominato Marsell, si stava godendo i meritati frutti del suo lavoro all’osteria Cajani di Brugherio, fra un bicchiere di “rosso” e un’altra bottiglia sturata. Il buon Baj aveva con sé un bel gruzzolo di denaro (circa 1.800 lire, pari a 7.500 euro di oggi), che dopo l’abbondante bevuta aveva in mente di portare alla Cascina Bindellera, dove risiedeva. Vedendolo un po’ su di giri, l’oste lo persuase a lasciargli il denaro in consegna, almeno fino al mattino successivo.
Colpito da una bastonata
Il nostro commerciante, tutto ciondolante e decisamente allegro, se ne uscì dall’osteria verso le undici di sera ma quando imboccò il sentiero che portava alla sua cascina venne improvvisamente colpito da una tremenda bastonata sul collo. Fingendosi mortalmente ferito, si fece depredare di quel poco che aveva nel portafoglio e nel taschino del gilet (in tutto 70 lire) da due brutti ceffi, che però riuscì ad individuare. Raggiunta Bindellera dopo essersi trascinato a terra con fatica, Gaspare Baj prese a urlare all’indirizzo dei malfattori “vi ho riconosciuti, vi ho riconosciuti.” Quelli, sentendosi smascherati, si pentirono di non averlo ucciso e si diressero di nuovo verso la cascina, arrestandosi però di botto, perché le grida del commerciante (“ai ladri, ai ladri”) avevano nel frattempo richiamato i contadini di tutta la zona.
Riconosciuti i ladri e arrestati dai Carabinieri
Il mattino seguente i Carabinieri, raccolta la denuncia del Baj, si misero alla ricerca dei due delinquenti (uno dei quali era già sottoposto da tempo al regime della sorveglianza), che non faticarono a trovare, visto che erano al lavoro nei campi vicino alla loro abitazione. Entrambi, in attesa di processo, furono subito tradotti alle carceri di Monza.