Comunità Pastorale
Giornata per la vita: Misericordia, rimedio agli attentati alla vita e alla famiglia
“La misericordia fa fiorire la vita”. Questo è il titolo del Messaggio dei vescovi italiani per la 38° giornata per la Vita che si celebra domenica 7 febbraio.
Dal concepimento alla morte naturale
In quella occasione il Movimento per la vita di Brugherio offrirà le primule fuori dalle chiese della Comunità Pastorale,per raccogliere fondi per le sue attività e per ricordare l’importanza della difesa della vita umana sempre, dal concepimento alla sua fine naturale. La Giornata per la Vita è stata istituita dai vescovi italiani nel 1978, e la prima domenica di febbraio è stata scelta per ricordare la data della approvazione della legge 194, che ha legalizzato l’aborto volontario in Italia.
Alternative all’aborto
Dal punto di vista operativo il Movimento per la Vita (attraverso i Centri di Aiuto alla Vita)si propone come forma di volontariato a sostegno delle donne e delle coppie che sono in difficoltà a motivo di un figlio che è in arrivo, proprio per proporre delle alternative alla scelta dell’aborto volontario. Con il passare degli anni la riflessione si è allargata a un orizzonte sempre più ampio.
Figli, diritti, fecondazione
Oggi in particolare mi sembra importante il richiamo alla riflessione sulla famiglia. Oggi è sempre meno chiaro cosa significa famiglia, e vengono proposti modi di generare figli che stravolgono il rapporto padre madre bambino. Mi riferisco in particolare alla fecondazione eterologa e alla pratica della “maternità surrogata”. Si affermano sempre nuovi diritti degli adulti, ma non si tiene conto della situazione dei figli che vengono messi al mondo con queste procedure. Mi sembrano molto significative, al riguardo, le parole di Stephanie Rayemaekers, una signora belga di 36 anni nata da una fecondazione eterologa; dopo aver vissuto in prima persona il dramma della ricerca del padre che non potrà mai conoscere ha creato l’associazione Donorkinden (“figli dei donatori”) per la difesa dei diritti dei bambini creati attraverso la fecondazione eterologa o l’utero in affitto. Per Stephanie il diritto a diventare genitore, “…è un diritto autoproclamato, in nome del quale si causa una ingiustizia ancora più grande sui bambini che vengono prodotti. L’industria della fertilità si concentra sui risultati a breve termine, ma rifiuta di prendersi responsabilità, affermando di offrire solo quello che i clienti vogliono. Ma dopo la gravidanza c’è un bambino, un essere umano che cresce ed è costretto a sopportare le inevitabili implicazioni del modo in cui è stato creato…”. Difendere il valore della vita e della famiglia non è una “battaglia di retroguardia”, una nostalgia da conservatori,ma significa evitare la “devastazione della natura” dell’essere umano per costruire un futuro positivo per tutti.