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Kupalinka salva i bimbi di Chernobyl

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Kupalinka salva i bimbi di Chernobyl

Dalla Bielorussia a Brugherio, un viaggio per ritrovare speranze e sorrisi. L’Associazione Kupalinka è pronta ad accogliere nove bambini dalle regioni bielorusse di Minsk e Gomel, due delle zone più colpite dal disastro nucleare che colpì la città ucraina di Chernobyl il 26 aprile 1986. Un disastro le cui ripercussioni si registrano ancora oggi: numerosi dati confermano il perdurare di livelli di contaminazione elevati, con la presenza di elementi radiottivi nell’aria e nei cibi che compromettono la qualità della vita della gente del posto.

Nove famiglie brugheresi, composte da iscritti dell’Associazione, accoglieranno nove bambni tra gli otto e i dodici dal 2 giugno al 1° luglio. «Il cambio dell’alimentazione, dell’ambiente e dello stile di vita consente ai bambini di recuperare naturalmente le difese immunitarie del loro organismo e smaltire una buona parte delle radiazioni assorbite, diminuendo il rischio di ammalarsi» spiega Elena Sala, una delle volontarie di Kupalinka.

Nel corso del mese i bambini saranno sottoposti a visite pediatriche, dentistiche, oculistiche e altri accertamenti; trascorrerano alcuni giorni in oratorio feriale per integrarsi al meglio con il nuovo ambiente e proveranno l’esperienza di una settimana al mare. Di sera il ritorno nelle famiglie ospitanti, che nei mesi precedenti si sono preparate seguendo un corso di russo tenuto da Chiara Brambillasca, iscritta di Kupalinka.

«L’Associazione provvede a tutte le spese per i bambini durante il mese di accoglienza, incluso il viaggio aereo – continua Sala. Questa esperienza rappresenta spesso per i bambini la prima occasione di viaggio all’estero: vivono ogni giornata con entusiasmo, sapendo che per molti di loro questa esperienza rimarrà unica nella loro vita».

Kupalinka, nata nel novembre 2013, nel corso del 2014 ha raccolto i fondi necessari a ospitare i bambini: «L’avvio del progetto ha richiesto molta fatica, disponibilità e collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti: le persone del Comitato, le Autorità comunali, la parrocchia, le famiglie che per la prima volta si avventuravano in questa esperienza» racconta ancora Elena Sala.
Il sogno ora è realizzato, e questi generosi brugheresi sono pronti a regalare un mese di gioia e speranza a nove piccoli bielorussi.

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