Salute
L’analisi della asl Monza e Brianza. Cresce il gioco d’azzardo patologico, leggero calo nel consumo di stupefacenti
Un rapporto sulle dipendenze e abuso di sostanze relativo al territorio della Asl Monza e Brianza, condotto negli anni 2010/2011 in collaborazione con l’osservatorio territoriale dipartimento dipendenze, per capirne la loro diffusione e individuare interventi più efficaci, oltre a quelli già messi in campo, per contrastare tali fenomeni e quelli di nuova generazione.
Secondo i dati che emergono dal rapporto i consumi in particolare di sostanze stupefacenti non sono in crescita, anzi da un paio di anni sono in leggero calo; nel 2011 e nel 2010 i consumi delle principali sostanze è diminuito, invertendo una tendenza che durava da anni. Forse, perché certamente la minor disponibilità economica deprime tutte le possibilità di acquisto e di svago, e quindi sicuramente incide sul consumo occasionale. Ma contemporaneamente una componente nuova e in forte crescita, il gioco d’azzardo patologico, si muove nella direzione opposta, proprio perché può agire sulla fantasia di superare la crisi con la fortuna del momento.
Per quanto riguarda invece il consumo di alcolici, nella provincia di Monza e Brianza oggi è l’alcol il primo problema che si presenta ai servizi e la cocaina il secondo; la provincia di Monza e Brianza è per questa voce superiore al dato regionale; la cannabis pesa più dell’eroina e questa viene affiancata dal tabacco per carico di utenza, con la differenza che l’accesso per quest’ultima sostanza è esclusivamente volontario. Inoltre, più delle nuove sostanze dello sballo giovanile, che pure suscitano curiosità e allarme, pesa nuovamente il gioco d’azzardo patologico, visibilissimo in ogni bar, assai più trasversale alle età e agli status sociali, e crudele nelle conseguenze, perché con la “dipendenza” banale del videopoker sotto casa ci si gioca la pensione, si perdono le case, si portano alla rovina le famiglie. Un dato significativo e che riguarda proprio la dipendenza dal gioco, nel 2011 i Ser.T, servizi tossicodipendenze, hanno avuto in carico complessivamente 134 utenti, un quarto in più rispetto all’anno precedente (107). Si tratta di maschi per l’83,6% dei casi, di età mediamente piuttosto avanzata (48,07). La fasce di età più rappresentate sono quelle intermedie, fra i 35 e i 50 anni, oltre a una presenza significativa di ultra 65enni.
La distribuzione per età rispetto al 2010 mostra solo scostamenti occasionali fra le diverse fasce di età, riproducendo nel complesso un profilo non dissimile al 2011. Le persone che accedono al servizio descrivono un profilo di relativa normalità.
L’82% risultano lavoratori regolari e i disoccupati o in cerca di lavoro sono soltanto il 13,1%, percentuale nettamente più bassa rispetto a tutte le altre tipologie di dipendenza trattate nei servizi dell’Asl.
Una nuova utenza arriva quindi oggi ai servizi che certamente porta con sé storie di vita diverse. Gli operatori dei servizi alle tossicodipendenze si trovano a interrogarsi, e in tal senso a dover essere formati ad hoc, sulla condizione attuale dell’adolescenza, sui nuovi rapporti genitori/figli, sul web come forma di procacciamento delle sostanze ma anche sulle modalità che fanno scattare in un individuo l’irresistibile desiderio di ricorrere quotidianamente al videopoker. Certamente “curare” oggi all’interno dei servizi alle tossicodipendenze vuol dire non perdere di vista gli utenti storici, ma sempre più capire come aiutare a riconoscere il problema in storie assolutamente “normali”.