Cronaca
L’integrazione dei profughi passa dal doposcuola
Saranno scelti tra i venti migranti residenti a Maria Bambina, i madrelingua con l’inglese più corretto e con il francese più armonioso per dare vita, sotto il controllo dell’associazione Sos compiti, ad un’esperienza di integrazione e scambio. In collaborazione con la cooperativa “Il Melograno”, responsabile del progetto d’accoglienza.
Un aiuto per i compiti in francese e in inglese
Probabilmente già da questa settimana, infatti, all’oratorio Maria Ausiliatrice inizieranno i percorsi congiunti dei migranti e degli allievi delle scuole medie che frequentano il servizio di aiuto pomeridiano nato all’interno della Comunità pastorale. Perché, dice Elena Brivio, una delle curatrici del progetto, «è un’opportunità di integrazione per i migranti e l’occasione per i ragazzi di avere per insegnante una figura diversa da quella istituzionale».
In attesa dei documenti
I venti migranti, attualmente residenti nella struttura di proprietà delle suore di Maria Bambina, hanno ottenuto il permesso di soggiorno valido per i prossimi sei mesi. In attesa dell’asilo politico, i migranti si vedono garantiti i servizi minimi (assistenza sociale, assistenza sanitaria e assistenza scolastica), ma è lunga l’attesa per il colloquio alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che assegnerà lo “status” più adatto ad ogni persona, secondo la sua storia. Prima del colloquio i richiedenti asilo non possono svolgere un’attività lavorativa regolarmente retribuita. I tempi della burocrazia sono lunghi e ancora non è stata fissata una data.
Primo: la lingua italiana
Da dicembre ad oggi, però, è cominciato un graduale inserimento sul territorio dei venti migranti. Ulrico Rubino, coordinatrore del progetto per la cooperativa sociale “Il Melograno”, spiega che i migranti hanno iniziato a seguire corsi di italiano nei Centri Territoriali Permanenti (CPT) del comune di Brugherio e del comune di Monza, anche se il loro livello d’istruzione è molto vario.
L’inserimento tra musica, convivialità e incontro
Dal loro arrivo si sono annodati sul territorio brugherese i fili della conoscenza e dell’integrazione reciproche. La musico-terapia ha fatto da sfondo a un primo contatto tra le persone del territorio e i migranti, in un incontro organizzato e condotto dagli operatori dell’associazione “Mutar”. Così come hanno contribuito all’integrazione l’incontro interreligioso del 17 gennaio a San Carlo e la riunione con la Caritas di poco prima di Natale.
Lingua, gente, territorio
«Ci sono stati anche diversi contatti con l’istituzione, attiva come poche altre – afferma Rubino – nella persona del sindaco Troiano e non solo» e, aggiunge infine, «il nostro progetto è accoglienza, non assistenza: gli obiettivi sono tre: conoscere la lingua, conoscere la gente, conoscere il territorio». Perché accoglienza è, innanzitutto, un’educazione all’autonomia che passa attraverso la conoscenza delle persone e dei luoghi.