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Ig, “Testimone sopravvissuto”: un’ora nei panni di un deportato

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Ig, “Testimone sopravvissuto”: un’ora nei panni di un deportato

La foto di gruppo dei ragazzi dell’Ig insieme ad alcuni partecipanti (foto di Ivan Figueroa)

 

Dopo il debutto nel 2012, il percoso virtuale e interattivo attraverso l’orrore dei campi di concentramento organizzato dall’Incontragiovani “Testimone sopravvissuto”, resta attuale e frequentato: sono stati 90 i visitatori quest’anno. «L’abbiamo costruita insieme ai ragazzi; è nata come esperimento, come qualcosa da preparare in anticipo, senza il bisogno di fare prove» racconta Marco Fossati, educatore della Cooperativa Diapason, che gestisce l’Ig.

I ragazzi interpretano il ruolo dei nazisti, e “accompagnano”  con urla i partecipanti in un percorso al buio. Facendo rivivere sulla propria pelle alcuni degli assurdi momenti accaduti 70 anni fa. Di sottofondo, le letture di brani dei sopravvissuti ricreano frammenti di vita nei campi di sterminio.
«Molta gente torna a distanza di anni – continua Fossati –, come se ci fosse il bisogno di rivivere e avere la possibilità di togliere un po’ di dolore e prendersene un pezzettino».

Gabriele Pagliari è uno dei sedici ragazzi che ha preso parte al percorso: «Negli anni è diventata una parte da recitare, ma tutte le volte mi rimangono in mente le reazioni e la sera è difficile dormire».

In un anno sono passati dall’Ig 160 ragazzi. I dati sono in crescita e la nuova sede è un traguardo importante: «La sede attuale è troppo piccola – spiega l’educatrice Elena Masiello –. Abbiamo sempre lavorato con la comunità, ci piace progettare con le altre associazioni intercettando anche gli adulti».

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