Cronaca
«Conoscevano la casa»: truffa a colpo sicuro al Museo Galbiati
Ancora una truffa casalinga ai danni di un cittadino brugherese. Vittima questa volta del furto Fermo Galbiati, 90 anni, proprietario e curatore del Museo miscellaneo Galbiati di via Mameli 15. Tra le 16,30 e le 17 di martedì una donna ha suonato al citofono di Galbiati. «Ho guardato alla finestra e c’era questa signora bionda, ben vestita che chiedeva un aiuto – racconta -. Sono sceso e mi ha chiesto se conoscevo qualcuno che aveva un lavoro per lei. Parlava un perfetto italiano, ma dopo ho capito che si trattava di una straniera. Mi ha chiesto se poteva usare il bagno e mi sono fidato».
La scusa per entrare
La signora è stata così accompagnata in casa, e poco dopo Galbiati si è trovato di fronte una seconda donna, entrata probabilmente dopo che la prima ha lasciato socchiuso il cancello. «Ho capito che qualcosa non andava. Le due hanno iniziato a tirare fuori oggetti da vendere, tra cui una tovaglia che hanno aperto, con cui hanno coperto la visuale dalla porta della cucina. Io le ho cacciate via, e lì per lì ho pensato volessero solo vendere qualcosa», continua. Alle 19, il figlio rientrato dal lavoro, sentito il racconto, si è recato in camera, scoprendo che mancava un comodino. Evidentemente la tovaglia a permesso a dei complici di entrare in casa.
Sparisce la pistola
«È successo tutto in cinque minuti, hanno anche richiuso le porte. Nel comodino c’era una pistola regolarmente denunciata, un portafogli nuovo, cianfrusaglie di scarso valore, e ritagli di giornale dall’alto valore affettivo» spiega. Visti i numerosi locali dell’appartamento, Galbiati pensa che i malviventi, andati a colpo sicuro in camera, abbiano «ricevuto una dritta da qualcuno che ha frequentato la casa in passato».
Una casa e un museo
«Ci sono tante cose di valore in questa casa. Riempirebbero un museo di dieci settori completi: ho 200 biciclette, 250 grammofoni e 350 tra fisarmoniche e organetti. Il Comune se ne è sempre disinteressato, la cultura a Brugherio non interessa». Fortunatamente i ladri non hanno riconosciuto il valore degli oggetti presenti, limitandosi al comodino. Questo tipo di truffe, come i finti addetti dell’Enel, sono purtroppo episodi diffusi sul territorio. Effettuata la denuncia, i Carabinieri stanno indagando sul caso.