Politica
La relazione del segretario comunale: «Non c’è corruzione»
In tempi di corruzione nella pubblica amministrazione (vedi caso Roma), la città di Brugherio è tranquilla. Emerge dalla relazione presentata in consiglio dal segretario generale del comune Giuseppe Morgante, responsabile per la prevenzione di casi di corruzione.
La relazione
«Abbiamo proceduto – ha illustrato – con la formazione dei dipendenti e dirigenti che più da vicino hanno occasione di lavorare su questi argomenti. Non ho avuto modo di riscontrare problematiche di questa fattispecie». Morgante ha spiegato la natura dei controlli: «Ogni trimestre vengono sorteggiati tramite computer il 10% delle determine, dei contratti e dei permessi di costruire, e viene esaminato se la procedura è corretta e se c’è qualche anomalia o errore materiale».
Le critiche di Assi
Nella discussione è intervenuto il solo consigliere Roberto Assi: «Siamo in un comune che ha appena deciso di farsi carico delle spese legali sostenute da alcuni dipendenti comunali sottoposti dall’autorità giudiziaria a indagini. Vanno bene i controlli random, ma ci siamo interessati di verificare, e con quale esito, tutte quelle situazioni laddove l’autorità giudiziaria è poi intervenuta?». Assi ha posto anche l’attenzione sul «ritrovamento di un documento del 2010 con marca da bollo non appiccicata ma solamente appuntata con una graffetta. Sono convinto – ha aggiunto – che nel nostro comune non accadano cose come a Roma, ma se c’è un regolamento va rispettato, perchè la marca da bollo serve a datare un documento» in modo che non sia poi modificabile. «Come responsabile della prevenzione sulla corruzione – ha risposto Morgante – mi prendo la responsabilità del fatto, ma capita che lavorando si sbagli. Non abbiamo nulla da nascondere».
Incompatibilità?
Assi ha inoltre espresso dubbi in merito alla nomina dello stesso segretario come componente unico della delegazione trattante (cura i rapporti tra amministrazione e dipendenti) pur essendo, per regolamento, anche uno dei due membri del nucleo di valutazione dei dipendenti stessi. Secondo il consigliere, il problema è che «la stessa persona che tratta è la stessa che poi si occupa di valutare. Faremo rilevare ciò dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, dalla prefettura e dal sindacato dei dipendenti comunali».