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L’arte di Borghi invade Brugherio con 15 sculture monumentali

La scultura di claudio Borghi nel parco di Villa Fiorita a Brugherio
La scultura di claudio Borghi nel parco di Villa Fiorita a Brugherio

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L’arte di Borghi invade Brugherio con 15 sculture monumentali

In mostra a Brugherio le opere dell’artista Claudio Borghi. L’inaugurazione dell’esposizione dal titolo “Claudio Borghi. Instabili malintesi”, sarà giovedì 27 giugno ore 18 presso il Parco Increa ed è curata da Matteo Galbiati. Con questa mostra si apre la prima edizione di B@D – Brugherio Arte Diffusa che dialogherà con la terza edizione di M@D – Monza Arte Diffusa.

La rassegna d’arte diffusa, nata nel 2019 a Monza da un’idea di Matteo Galbiati e di Leo Galleries, è accolta per la prima volta a Brugherio in diverse aree della città con l’esposizione di ben 15 opere. Il nucleo centrale della mostra è allestito all’interno del parco Increa, mentre le restanti opere sono suddivise tra il parco di Villa Fiorita, il Cortile della lettura, il cortile della Biblioteca Civica, lo Spazio Nuovo Maria Bambina e l’ingresso del Municipio.

Dove sono:

Parco Increa:
Grande porta, 2001
Grande cavallo di Frisia, 2010
Totem, 2010
Porta dei giganti, 2013
Lune, 2016
Frontone, 2020
Tre, 2021
Irminsul, 2024
Irminsul Trees, 2024
Nomeleh 2

Centro città:
Grande pioggia, 2009
Cavalli di Frisia, 2009
Pasada, 2018
Sequenza, 2019
Zetetica di un bosco, 2023 

La mostra “Claudio Borghi. Instabili malintesi” propone al pubblico un’esaustiva panoramica degli ultimi esiti della lunga ricerca estetica dell’artista. Soddisfazione da parte della vicesindaco e assessora alla cultura Mariele Benzi per questa proposta artistica di grande impatto per la città: «Quindici grandi opere tanto bene inserite nel contesto cittadino, da apparire quasi attese da tempo per completarne l’orizzonte. La bellezza della monumentalità, che in occasione dell’inaugurazione al parco Increa sarà accompagnata da un’orchestra di violoncelli della scuola di musica Luigi Piseri, creerà momenti magici e indimenticabili, come solo l’intreccio di più forme d’arte sa regalare».

L’artista Claudio Borghi

Claudio Borghi afferma che «la scultura non si riceve, bisogna scoprirla, è un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose. Uno scultore, che conosce bene il suo lavoro, è sempre consapevole della fatica, del tempo, del materiale, ma non del risultato. Se sbagli un libro, dopo un poco nessuno se ne ricorda e lo aspetta il macero; se sbagli un verso lo getti e ne fai un altro: l’errore può essere introdotto a piene mani. Ma se sbagli una scultura pubblica l’errore resta. La scultura non svanisce come un verso nel vento. Quando si arriva a collocare delle sculture l’ansia riprende, la paura arriva, acuta e benefica, perché la responsabilità è un dovere al quale sempre ci si dovrebbe attenere, per definizione, senza eroismi: sarebbe rivoluzionario».

Matteo Galbiati, il curatore

Il curatore della mostra Matteo Galbiati, evidenzia che in questo progetto, «ciascun lavoro, nell’apertura vera e tangibile all’orizzonte naturale degli spazi aperti, dentro il tessuto urbano, accanto al vivere delle persone, genera il presupposto di un’interrogazione che va oltre le forme monumentali, che travalica la dimensione oggettuale, e ricolloca la scultura ad essere presenza attiva nella realtà quotidiana di ciascuno. Non è oggetto di ammirazione, ma principio di esperienza». 

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