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Noi Brugherio

Pasqua, facciamo il pieno di speranza

I discepoli Pietro e Giovanni al Sepolcro (particolare di icona del monastero di Bose)
I discepoli Pietro e Giovanni al Sepolcro (particolare di icona del monastero di Bose)

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Pasqua, facciamo il pieno di speranza

NoiBrugherio augura a tutti buona Pasqua con la riflessione di don Luigi Galli Stampino. La redazione va in vacanza: il sito tornerà ad essere aggiornato da martedì 2 aprile.

«Esultino i cori degli angeli, esulti l’assemblea celeste. Per la vittoria del più grande dei re, le trombe squillino e annuncino la salvezza. Si ridesti di gioia la terra inondata da nuovo fulgore; le tenebre sono scomparse, messe in fuga dall’eterno Signore della luce. Gioisca la Chiesa madre nostra, irradiata di vivo splendore».

All’inizio della veglia Pasquale, Madre di tutte le liturgie della Chiesa, con queste straordinarie parole viene annunciato al mondo che il Signore è Risorto.

È un grido di esultanza che abbraccia cielo e terra. L’esultanza è ben diversa dall’esaltazione: il cristiano esulta senza essere un esaltato. L’esultanza è il moto interiore dello Spirito santo che ci comunica la gioia pasquale, luminosa, sottile, forte, penetrante e travolgente dono dello Spirito di Gesù.

L’esultanza della notte di Pasqua nasce dalla luce. Nelle tenebre paurose della notte si accende una colonna infuocata di luce e tutta la terra è chiamata a risvegliarsi dal torpore e dalla paura. Nel mondo il Vangelo diffonde il suo messaggio: la luce c’è; una luce c’è sempre anche nel buio più profondo che può avvolgere le coscienze e il mondo intero. La luce suscita la gioia. Luce e gioia, gioia e luce: questa è la Pasqua dei cristiani. Lo sanno? Lo dicono? Lo mostrano dipinto sul volto?

Nel giorno Beato e Santo della Pasqua risuona per le orecchie che sanno ascoltare uno squillo di tromba, un annuncio imprevisto e imprevedibile. Esso è compimento eccedente di un desiderio inappagabile e finalmente appagato. Le donne e gli uomini sono amati da Dio e questo amore li rende immortali.

La Pasqua, infatti, segna l’inizio di una storia radicalmente nuova. Con la Resurrezione di Gesù hanno preso corpo tutte le promesse di Dio. E cosa dicono queste promesse? Si possono tutte riassumere nella grande speranza cristiana: saremo come Dio, commensali per sempre del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ora è chiaro che nessuno si può salvare da solo e che Dio abbraccia tutti nella Resurrezione di suo Figlio.

Con la Resurrezione di Gesù viene donato a noi, che siamo, finiti uno spazio infinito. Ciò che nel Paradiso terrestre è stata la terribile tentazione che ha portato alla morte, diventa il progetto di Dio su di noi. Sappiamo che l’anelito alla libertà e il desiderio insaziabile di infinito non è più un desiderio inappagabile.

Nella Pasqua la promessa di Dio riempie il nostro cuore di speranza. Oggi facciamo il pieno di speranza e in ogni giorno dell’anno che verrà noi sappiamo di poter vedere, nascosta nelle pieghe della nostra esistenza, la promessa di Dio che risplende nel buio delle nostre notti e così ogni aurora non sarà solo il segno del giorno che è passato, ma scopriremo la promessa dell’avvicinarsi del giorno senza tramonto.

don Luigi Galli Stampino

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