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Luci, scoppi, puzza. E i truffatori se ne vanno con 50mila euro
Due truffatori, fingendosi tecnici di BrianzAcque, hanno rubato a una coppia brugherese gioielli e denaro per 50mila euro. È accaduto alcune settimane fa quando il brugherese Aldo (nome di fantasia) stava rientrando a casa insieme alla moglie. Ha trovato, nel giardino, una persona che si è presentata come un tecnico dell’azienda che gestisce l’acquedotto in città.
«Gli aveva aperto il cancelletto un mio familiare: quando siamo arrivati, lui stava già smanettando attorno ad un pozzetto – riferisce Aldo – e mi ha spiegato che c’era un problema alle tubazioni per via di lavori in corso in viale Lombardia». Secondo quanto riferito, ci sarebbe stato un fantomatico scambio tra le acque pulite e quelle di scarico.
«Mi ha convinto – spiega il brugherese – non solo perché aveva un badge da operaio, ma soprattutto perché conosceva il nome del titolare del contratto per la rete idrica, vale a dire mia moglie, che non è il nome scritto sul nostro citofono». Il truffatore ha innanzitutto utilizzato un falso strumento di rilevazione che, con una luce rossa, sembrava segnalare qualcosa di irregolare nell’acqua. Poi, la situazione si è fatta concitata.
Il falso tecnico, secondo quanto racconta Aldo, ha avvertito di stare lontani dall’acqua perché avrebbe potuto essere radioattiva. A corroborare la tesi, e a spaventare ulteriormente la coppia, si è diffuso nell’aria un odore pestilenziale, acre, che bruciava naso e gola a chi stava troppo vicino al pozzetto. Probabilmente, scaturito da una fialetta aperta all’occorrenza. Si aggiungono forti scoppiettii.
Il tecnico chiede se ci sono altri rubinetti in giardino e, alla risposta affermativa, controlla anche il secondo rubinetto. Riproponendo il repertorio di luce rossa, scoppi, odore. E così anche in casa, nel rubinetto della cucina.
«A quel punto – racconta Aldo – non mi so spiegare cosa ci è successo. Io e mia moglie eravamo quasi ipnotizzati, pronti a fare qualunque cosa ci venisse chiesta. Non eravamo più in grado di capire». Così, quando il falso tecnico ha chiesto di svuotare la cassetta di sicurezza e mettere i valori al sicuro in un sacchetto di plastica, la coppia ha eseguito, «per evitare che i gas necessari per bonificare l’acqua provocassero blocchi al meccanismo di chiusura della cassetta di sicurezza», ha detto il truffatore. «Mi ha anche chiesto – ricorda il brugherese – di svitare tutte le lampadine di casa, una cosa insensata. Eppure, in quel momento, l’ho fatto».
Inutile dire che, in pochi istanti, il falso tecnico è sparito insieme al sacchetto dei valori e insieme al complice che nel frattempo teneva aperto il cancelletto. «Quando non abbiamo più visto il sacchetto sul tavolo, abbiamo capito cosa era successo. Chiamati i vigili e i Carabinieri, abbiamo sporto denuncia, ma difficilmente riusciremo ad avere indietro il maltolto». Non è la prima volta che accade qualcosa del genere in città, commenta amaramente Aldo, «ma ho voluto raccontare questo episodio perché le prossime potenziali vittime non ci caschino. È passato un mese, ma io sto ancora male adesso a ripensarci».
L’unico dato positivo, conclude, «è l’umanità che mi hanno dimostrato vigili e Carabinieri. Sono stati davvero gentili e buoni. Sabato ho incontrato un agente al mercato che mi ha addirittura abbracciato e chiesto come stiamo, è un gesto che ho molto apprezzato».
La piaga delle truffe con furto in casa è purtroppo diffusa e l’unica arma per difendersi è chiamare i vigili (039.870168) o i Carabinieri (039.870005) per verificare che chi citofona sia un vero tecnico, prima di aprire il cancello.
È importante infine ricordare che chi viene raggirato non ha colpe né deve sentirsi in difetto. È stato semplicemente una vittima di un delinquente che ha affinato le sue tecniche talmente tanto da essere in grado di raggirare quasi chiunque.