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L’attore Matteo Bellina all’Acu: «Quando Edwige Fenech mi faceva da seconda mamma»

L'attore Matteo Bellina all'incontro dell'Acu
L'attore Matteo Bellina all'incontro dell'Acu

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L’attore Matteo Bellina all’Acu: «Quando Edwige Fenech mi faceva da seconda mamma»

In occasione della festa di San Giuseppe, sabato 18 marzo ACU, Accademia di Cultura Universale, ha ospitato nel Corso sul giornalismo tenuto dallo scrittore giornalista Claudio Pollastri, Matteo Bellina, che aveva interpretato nel 1988 la fiction di Canale 5 “Un bambino di nome Gesù”. «Avevo 8 anni – ha raccontato Bellina – quando il regista Franco Rossi mi aveva scelto tra numerosissimi candidati. Nel ruolo di San Giuseppe c’era un grandissimo attore internazionale come Bekim Fekmiu. Sentivo l’importanza di quel ruolo. Sono cresciuto a Milano in una famiglia cattolica e dal catechismo sapevo chi stavo interpretando. Infatti ero molto emozionato, ma anche concentratissimo per non sbagliare nulla. Le scene erano state girate in Tunisia nei mesi estivi per non farmi perdere troppi giorni di scuola».

La fiction con Alessandro Gassman nel ruolo di Gesù adulto aveva avuto un grande successo ed era stata l’inizio di una carriera molto promettente che invece si è interrotta improvvisamente quando Bellina era poco più che adolescente, con numerose offerte di lavoro e altrettanti successi alle spalle come: “Il colore della vittoria” trasmessa da Raiuno nel 1990 con Claudio Amendola, Nancy Brilli e Sidney Rome; “Barocco” film del 1991 con Ottavia Piccolo e Carlo Lizzani; “Il coraggio di Anna” andata in onda su Canale 5 nel 1992 con Edwige Fenech, Lucia Bosè e Ray Lovelock, “Un figlio a metà” su Raidue nel 1994 con Gigi Proietti e Andrea Giordana.

Dopo l’addio al set, Matteo è diventato il dottor Bellina, laureato in Economia e Commercio alla Cattolica di Milano. «Ho sempre considerato il ruolo di attore come un gioco – ha continuato – e quando si è trattato di decidere del mio futuro ho preferito puntare, senza rimpianti, su un percorso universitario». Il cinema comunque lo ha sempre appassionato e «chi mi è rimasto nel cuore è stato Gigi Proietti – ha concluso – un grandissimo attore e un uomo eccezionale che mi consigliava come un secondo papà sul set e mi avrebbe voluto alla sua scuola di recitazione a Roma. Mi faceva invece da seconda mamma sia sulle scene che fuori Edwige Fenech che mi portava a fare shopping nei negozi romani. Per strada la gente ci guardava e credeva che fossi veramente suo figlio».

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