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Noi Brugherio

Diego Frossasco, l’argentino in cerca delle sue radici con la famiglia partita da Brugherio nell’Ottocento

Diego Luis Frossasco sull’uscio della chiesa di Sant’Ambrogio in via dei Mille
Diego Luis Frossasco sull’uscio della chiesa di Sant’Ambrogio in via dei Mille

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Diego Frossasco, l’argentino in cerca delle sue radici con la famiglia partita da Brugherio nell’Ottocento

di Luciana Tribuzio

Dopo tre anni di contatti telefonici, mail e messaggi WhatsApp, finalmente faccio la conoscenza di Diego Luis Frossasco, un argentino, di Cordoba, che con passione ed entusiasmo sta cercando di ricostruire le sue radici. È arrivato in Italia, e non è la prima volta, per ripercorrere le tappe dei suoi avi, materni e paterni e viaggiato in diverse regioni italiane, tra cui la Lombardia, il Veneto, le Marche e il Piemonte.

La prima tappa è stata Brugherio da cui la sua bisnonna materna, Maria Giuseppa Castoldi, era partita per cercare fortuna in Argentina ai primi del Novecento. I Castoldi si erano stabiliti a Brugherio almeno dalla fine del Settecento. Quello che è certo è che nelle località che oggi formano il Comune di Brugherio, dopo il 1792 c’erano 3 ceppi di famiglie di contadini con cognome Castoldi.

A Increa c’erano le famiglie di Antonio, Giacomo e Luigi.
A Baraggia quelle di Domenico, Francesco e Paolo.
A Cascina Sant’Ambrogio le famiglie di Giovanni, Gaetano e Angiolo.

Maria Giuseppa, si è scoperto da ricerche d’archivio su richiesta di Frossasco, era nata l’8 dicembre 1878, a Cascina Sant’Ambrogio, da Luigi e da Maria Perego, si era sposata con un austriaco ma poi era rimasta sola e con le due figlie femmine aveva intrapreso il viaggio oltreoceano in cerca di fortuna. In Argentina si era sposata in seconde nozze con Antonio De Lorenzi, un emigrato proveniente dalla provincia di Treviso, aveva avuto altri figli, tra cui José Angel, da cui discende Maria Ester De Lorenzi, coniugata con Luis Enrique Frossasco e madre di Diego.

In città, l’argentino di radici brugheresi ha potuto ricostruire una parte importante della sua storia, grazie alla ricerca nell’archivio parrocchiale della Parrocchia San Bartolomeo, condotta con l’aiuto di Giuseppe Magni. Ha fatto visita alla Biblioteca civica, Sezione di Storia locale, culla della storia di Brugherio; la gentilissima Silvia Barzago ha fatto come sempre gli onori di casa. 

Diego Frossasco aveva espresso il desiderio di visitare la chiesetta di Sant’Ambrogio e ha potuto farlo grazie ai coniugi Soprani, sempre disponibili ad aprire le porte ai visitatori interessati. Prima di lasciare Sant’Ambrogio, ha raccolto un pizzico di terra davanti alla chiesa, probabilmente per riportare in Argentina un po’ della terra delle sue origini.

Doverosa la visita al cimitero vecchio: abbiamo percorso e visitato le tombe dei Castoldi e Frossasco ha seguito tutto con interesse e rispetto. Era rimasto giusto il tempo per visitare la chiesa di San Bartolomeo e per fermarsi in preghiera all’altare dei Magi.

La mattinata era ormai al termine. Dopo una breve pausa conviviale a base di bresaola rucola e grana, che ha mostrato di apprezzare, ci siamo avviati verso Cologno Nord e salutati con tanto affetto. Nel pomeriggio sarebbe stato già in viaggio per Treviso.

Chiacchierando con l’argentino brugherese, abbiamo scoperto che non è la prima volta che viene in Italia e che tornerà ancora; ci ha confidato che preferisce trascorrere così le sue vacanze, piuttosto che andare in spiaggia.

Devo ammettere che Frossasco mi ha stupito, ma lo capisco benissimo: quando si è lontani dal luogo in cui si è nati, ci si sente come sradicati e si sente il bisogno di andare alla ricerca delle proprie radici. Un grande esempio.

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