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La cabina dell’Edilnord che si trasforma in una libreria di strada
All’Edilnord c’è una cabina telefonica. E già questa sarebbe una notizia, visto che sono sparite pressoché dovunque. Per di più, è stata trasformata in una piccola biblioteca pubblica, una stazione di “book crossing” dalla quale chiunque può prendere un libro e, se vuole, lasciarne un altro.
L’idea è di Dario Mignosi, commerciante di libri usati, libraio prima al Libraccio, poi per 10 anni alla libreria Voltapagina di Milano e dal 2009 titolare del negozio online usatopoli.it.
«Per lavoro – racconta – raccolgo molti libri da privati. Alcuni di questi non sono adatti al mercato, perché anche se sono dei bei libri, hanno un valore commerciale basso. Così, da un paio d’anni ho iniziato a lasciarli in giro: in città, in particolare, al Masnada del parco Increa».
L’incontro con la cabina
È di poco tempo fa l’incontro, aggiunge, «con questa cabina telefonica che mi è sembrato un punto perfetto. L’ho riempita di libri e ho messo un cartello con la foto del mio cane: “Prendi un libro e, se vuoi, portane uno che non leggi più, così gli darai una nuova occasione di poter essere letto da altri”».
E l’idea ha avuto successo: «Tante persone amano i libri e magari non tutti possono permettersi di acquistarne. Ma la cabina è per tutti, anche per chi ha già tanti libri a casa e ne vuole scoprire di nuovi. Almeno – sorride – stacchiamo un po’ i nostri sguardi dai cellulari».
Online dal 2009
Aprire un negozio di libri usati online nel 2009 significa essere quasi dei pionieri. Amazon, per fare un nome non a caso, è arrivato in Italia solo l’anno dopo, nel 2010. «È un mercato particolare – conferma Dario -: i libri usati particolari vendono tanto, alcune edizioni vengono acquistate dopo 2 minuti che le hai messe online. All’inizio i volumi di vendita erano alti, ma più di recente sono arrivati molti venditori che hanno una logica solo commerciale e i prezzi sono scesi, mentre le commissioni chieste dai marketplace sono alte».
Il fascino delle dediche
Dario Mignosi non è un collezionista, sembra che più che l’oggetto libro gli piacciano i lettori. «Entrare in possesso di una prima edizione di Italo Calvino, o di Tolkien, è una soddisfazione a livello economico. Ma ciò che mi emoziona sono le dediche. Ne ricordo ancora una letta nelle prime pagine di “Favola d’amore” di Herman Hesse, commovente».
Oppure, ancora, «un diario di una bambina 13enne di inizio Novecento, che conteneva i disegni e i pensieri delle sue compagne di classe. Racconti di vita, emozioni che si trovano solo nei libri usati».