NiccolòBarzago, 19 anni, è partito da Brugherio, passando da Trezzo sull’Adda per arrivare fino a Torino. E soprattutto… al Torino.
Venti anni dopo DavideMandelli, un altro brugherese vestirà la maglia granata e si allenerà al Filadelfia. DanielediBlasio, il suo allenatore alla Tritium, da dove proviene, l’ha definito una mezzala moderna, un centrocampista dai piedi buoni dotato di un gran tiro, capace di attaccare, ma anche di difendere.
Andiamo a conoscere le sensazioni di Niccolò dopo questa che potrebbe rappresentare la svolta della sua carriera.
Quale è stata la tua prima reazione quando hai appreso del trasferimento? Appena saputo del trasferimento ero ovviamente felicissimo, mi ci è voluto un po’ di tempo per realizzare ciò che era successo. Chiaramente anche un po’ di tristezza dovuta al fatto che avrei dovuto lasciare la mia famiglia e i miei amici, per iniziare una nuova vita.
Quali sono le sensazioni che proverai nel vestire la maglia granata? Vestire la maglia granata significa molto perché oltre ad essere motivo di orgoglio, il Torino era la squadra del cuore di mio nonno. Questa è una motivazione ulteriore, che accresce il legame personale con questi colori.
Entri a far parte di una delle più importanti società di calcio del mondo, senti la responsabilità? Sicuramente far parte di una società importante come il Torino prevede delle responsabilità, io cerco di vivere questa esperienza nel modo più sereno possibile, dando sempre il massimo.
I tuoi sogni di bambino ti avevano già portato fin qui? Come ogni bambino che inizia a giocare a calcio il mio sogno è quello di poter fare il calciatore come lavoro. Adesso ho fatto un passo importante per realizzare questo sogno, giocare nella primavera di una squadra di Serie A ti avvicina sicuramente all’obiettivo. Però manca ancora tanto, bisogna continuare a lavorare per far sì che questo sogno diventi realtà.
Chi vuoi ringraziare tra i tuoi maestri del passato? Vorrei ringraziare tutti gli allenatori che mi hanno seguito, perché ognuno di loro, a modo proprio, mi ha fatto crescere e mi ha permesso di migliorare. E vorrei ringraziare anche tutte le società in cui ho giocato e che mi hanno permesso di arrivare dove sono ora.