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Orti comunali, oasi di benessere (e ci si ritrova anche per la cena)
Un’oasi, di verde, di pace, di socialità. Questo rappresentano gli orti comunali di Brugherio, presenti dal 2000: 40 lotti di terreno di circa 47 metri quadrati ciascuno compresi di un piccolo capanno per ricoverare gli attrezzi del mestiere, di proprietà comunale, ubicati in via San Francesco d’Assisi e utilizzabili per colture ortive.
Ma in realtà ognuno di essi è molto di più, almeno per gli altrettanti pensionati e pensionate che con dedizione se ne prendono cura; sono uno strumento, per la realizzazione di sé, un tassello della propria storia di vita, un modo per socializzare e, perché no, per tenersi in salute.
Lo dice bene Mike (il cognome non ce lo vuole dire), ex ferroviere e assegnatario di uno degli orticelli, in cui coltiva tantissime varietà di piante aromatiche e verdure: «Ogni pensionato ha bisogno principalmente di svago, di comunicare e di condividere il risultato della semina o il trapianto della piantina, condividere l’esperienza e il prodotto della sua regione».
L’orto è uno strumento, dunque, per abbattere la solitudine, coltivare nel senso letterale del termine un hobby, o semplicemente per trovare un paio d’ore di serenità durante la giornata, la mattina presto o sul calare del sole. «Alcuni assegnatari piantano frutti per i loro nipotini, come le fragole, e ai nonni brillano gli occhi quando li vedono entusiasti di fronte al loro lavoro».
Sì, perché la coltivazione dell’orticello, la cura di quel piccolo spazio circondato da una rete e spesso ripulito da sassi e sterpaglie che lo renderebbero inutilizzabile, passa di generazione in generazione, come dimostra Giuseppe Gatto, che coinvolge spesso nelle sue attività il figlio Diego. Se, infatti, per presentare la domanda in Comune occorre essere in pensione, avere raggiunto l’età di sessanta anni ed essere residente sul territorio brugherese da almeno cinque anni, con un affitto annuale di circa 100 euro, è anche vero che molti giovani scalpitano perché l’idea degli orti comunali si estenda ad altre aree di Brugherio.
«Non si tratta solo di un pezzo di terra dove si possono coltivare frutta e verdura – continua Mike -. È uno strumento di sviluppo e benessere sociale per le persone, soprattutto anziane». L’argomento però, commentano gli agricoltori, non sembra di grande interesse per l’amministrazione comunale, fatto che lascia nello sconforto molti assegnatari che in quel piccolo lotto di terra ritrovano il senso delle loro giornate; c’è chi percorre chilometri a piedi per raggiungere l’area di via San Francesco d’Assisi, chi si fa accompagnare dai familiari perché da solo non ce la fa, chi ancora soffre di Alzheimer, ma non rinuncia a quelle ore di passione.
Quello dei pensionati di Brugherio è un appello forte e chiaro: «Abbiamo bisogno di questi spazi, per fare amicizia, poter uscire di casa e stare in compagnia».
Rapporti umani, non solo agricoli, che si sono rafforzati ancora di più la sera del 3 maggio, quando Mike ha organizzato una cena per le famiglie degli assegnatari: «Eravamo 33 famiglie, non credevo un numero così alto; la gente aveva bisogno di uscire, e conoscersi anche visto che c’erano nuovi assegnatari».
E chissà che il Comune, presto o tardi, non riterrà opportuno – conclude Mike – di estendere la conoscenza degli orti comunali alle scuole elementari e materne, affinché i più piccoli possano visitarli e apprendere la storia delle piantine, ma soprattutto quella degli anziani che le coltivano.