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Morta a Quito suor Elisa Cazzola: «Positiva, gioiosa e costruttiva»
«Don Bosco diceva di stare sempre allegri, di non farsi prendere dallo scoraggiamento per non farsi vincere dal male. Sono convinta più che mai che la preghiera serve e che la Provvidenza arriva. Non facciamoci prendere da angustie e preoccupazioni, ci tolgono serenità e non risolvono i problemi». Così raccontava nel 2014 a NoiBrugherio suor Elisa Cazzola, missionaria brugherese in Ecuador che il Signore ha chiamato a sé lo scorso 26 dicembre a Quito, capitale del paese sudamericano.
Nata a Valdagno (Vicenza) il 19 dicembre 1935, emise la professione nelle suore salesiane a Contra di Missaglia (Como) il 6 agosto 1959.
Suor Cruz Maria Pina, ispettrice delle suore salesiane in Ecuador, così racconta la vita di suor Elisa. «I primi anni dell’infanzia di Elisa furono segnati dalla testimonianza di vita cristiana dei suoi genitori, Giovanni e Maria. Nell’oratorio a Brugherio, a contatto con le Figlie di Maria Ausiliatrice, la sua vocazione si fece chiara e maturò fino a prendere la decisione di essere religiosa. Nonostante le resistenze della famiglia, sentiva sempre più forte l’invito di Dio a lasciare tutto e a seguirlo. Colpita dalla testimonianza di mons. Domenico Comin, sulla presenza salesiana nell’Amazzonia ecuadoriana, maturò la decisione di partire missionaria. Il 23 ottobre 1960 arrivò in Ecuador, dopo appena due anni di esperienza come Figlia di Maria Ausiliatrice.
Il suo ideale era lavorare con il popolo Shuar, ma di fatto, lavorò con dedizione e responsabilità in varie case dell’Ispettoria: Quito, Riobamba, Guaranda Guayaquil furono le comunità che la videro attiva come assistente delle novizie o insegnante di matematica e fisica.
Nel 1991 rientrò in Italia per prendersi cura della mamma ammalata. Dopo il ritorno in Ecuador nel 1993, fu inviata ad Amaguaña, dove prestò servizio come educatrice delle ragazze a rischio fino al 2007, anno in cui fu mandata a Guasmo Guayaquil. Dal 2014 al 2020 era a Cuenca. Dal 7 agosto 2020 di nuovo a Quito Cumbayá dove, nonostante l’età e la sempre più precaria situazione di salute, ha continuato ad esprimere ottimismo e vivacità.
Nel corso della sua vita suor Elisa si è distinta per la capacità di promuovere esperienze comunitarie caratterizzate da una comunicazione positiva, gioiosa e costruttiva, con ideali chiari e alla luce del Vangelo. Diceva che le migliori esperienze della sua vita le aveva vissute con i poveri, gli indigeni e le ragazze e adolescenti a rischio, con le quali sentiva di realizzare pienamente la sua vocazione missionaria. Ringraziamo Dio per tutto quello che ci ha donato attraverso di lei», conclude la responsabile salesiana.
La messa delle 8,30 in San Bartolomeo di giovedì 20 gennaio è celebrata a ricordo di suor Elisa.