Politica
Giulio Regeni, 5 anni dopo: «Un nostro fratello»
Lunedì 25 gennaio di 5 anni fa moriva Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo e per la cui morte la Procura della Repubblica di Roma ha rinviato a giudizio quattro ufficiali dei Servizi segreti egiziani. Il gruppo dei consiglieri comunali giovani di maggioranza (Beatrice Sambusiti Carlo Polvara Damiano Chirico Dominique Sabatini Federico Circella Francesca Brunetti Giacomo Maino Pietro Virtuani Simone Castelli), avrebbe voluto, per l’occasione, organizzare un evento pubblico. Rimandando il progetto a tempi migliori, hanno scritto una lettera aperta che riportiamo di seguito.
Lunedì 25 gennaio sono cinque anni dalla scomparsa di Giulio Regeni. Cinque anni di attesa di una verità e, soprattutto, di una giustizia che tardano ad arrivare. Proprio per questo, già due anni fa, abbiamo deciso, in Consiglio Comunale, di aderire alla campagna “Verità per Giulio Regeni”.
La vicenda di Regeni può sembrare che non tocchi Brugherio. Si pensa che se ne parli solo in determinate date, ma va ricordata sempre, perché quello che è in gioco non sono tanto i depistaggi e le violenze, quanto l’idea stessa di libertà e democrazia. È una questione fondamentale che ci tocca tutti, e che chiede di portare avanti, anche nel nostro piccolo, questi valori: è un aspetto umano ancor prima che politico.
Pensando di interpretare e dar voce a un sentimento condiviso e per non far cadere l’attenzione sul tema, nonostante le attuali limitazioni che impediscono momenti di commemorazione in presenza, noi, come giovani amministratori, vogliamo rendere onore a un nostro coetaneo, un “fratello”, che per amore della verità, per il desiderio di comprendere come si costruisce un mondo migliore, si è messo in gioco, a costo della propria vita.
Per la verità e la memoria, per la ricerca della verità. Una ricerca a cui non ci si può sottrarre.