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Diavoli Rosa, obiettivo playoff. Coach Durand: «Siamo capaci di tutto»
Insieme a Danilo Durand, coach dei Diavoli Rosa, avremmo voluto tracciare un bilancio di questa prima parte di stagione che fosse più limpido nella sua interpretazione. Il calendario è zoppo, la classifica pure, c’è molta disparità nel numero di partite giocate dalle singole squadre, questo condiziona una perfetta lettura dei valori in campo. Proviamo comunque a capire, attraverso le parole del tecnico di Brugherio, quali sono gli obiettivi della Gamma Chimica a campionato in corso.
Come giudica questa prima parte di stagione?
Direi che meritiamo la sufficienza. Avremmo dovuto disputare due partite importanti tra Natale e Capodanno, ma purtroppo sono saltate causa Covid. Questo non ci consente di tracciare un bilancio esaustivo della nostra prima parte di stagione. Questa annata va presa così come viene, non possiamo perdere tempo a recriminare. Porto Viro sta facendo un campionato a sé stante, ma dal secondo fino al nono posto, quelli a disposizione per l’ingresso ai playoff, il gruppo viaggia compatto e noi ne facciamo parte.
Le due partite rinviate hanno inciso fortemente sulla vostra classifica. Erano due incontri casalinghi, ottenendo due vittorie vi sareste proiettati molto in alto.
Sì, fermo restando che quegli incontri comunque li recupereremo, bisogna sottolineare che sono due match non facili. La classifica è strana, va interpretata, ci sono recuperi da giocare praticamente per tutte le squadre. Solo quando avremo disputato tutti lo stesso numero di partite si potrà capire meglio l’andamento della stagione.
Appunto, questa classifica “sghemba” impedisce di intuire le reali forze in campo e di quantificare gli obiettivi?
Vero, anche se in realtà poi noi addetti ai lavori una idea di massima su quello che possiamo aspettarci dai nostri avversari ce l’abbiamo, eccome. Di certo non mancherà qualche risultato a sorpresa, anche a causa dei contagi da Covid, che possono falcidiare all’improvviso il roster di chiunque. Nei prossimi tre turni ci aspettano gli scontri diretti con Fano, Macerata e Prata, dopo queste sfide sarà un po’ più chiaro quale sia il nostro ruolo all’interno del campionato.
Qualche settimana fa, a proposito della sconfitta casalinga contro Torino, diceva che per riscattarsi serviva una grande vittoria in trasferta. Quello a Montecchio Maggiore è stato il successo che aspettavate?
È stata sicuramente una vittoria importante, anche per il modo in cui è arrivata, rimontando i due set di svantaggio. Non riusciamo però mai a gioire appieno, perché in quella partita Stefano Gozzo si è distorto una caviglia e starà fuori fino a febbraio.
A proposito, Gozzo insieme a Teja, Breuning e Santambrogio si possono considerare i pilastri del roster?
In questo momento sì, anche se mi ha citato esclusivamente gli schiacciatori. Stiamo lavorando molto anche sul reparto dei centrali, spero che nel girone di ritorno il gioco possa poggiare molto anche su di loro.
Con quale obiettivo avete iniziato la stagione, e qual è quello attuale?
Abbiamo approcciato la stagione con l’obiettivo playoff, per poi vedere strada facendo quel che succede. Attualmente non abbiamo cambiato idea, le caselle a disposizione sono nove, cercheremo di cogliere la migliore possibile. Chiaro, risultassimo al termine della stagione regolare tra le prime quattro, saremmo andati oltre le attese, su questo non c’è dubbio. Un quarto posto non può valere come un nono. Ma guardi, le variabili sono molte, troppe. Poco fa ero al telefono con un dirigente di Fano, nostro prossimo avversario: tre settimane fa avevano 15 elementi positivi al tampone, ad oggi “solo” cinque, ma è tutto in divenire. Si attendono nuovi risultati per capire se effettivamente giocheremo oppure no. Su queste basi è quasi impossibile fare previsioni.
Quello che mi ha colpito è che non vi siete concessi un altro anno di apprendistato, nonostante la stagione precedente non si sia conclusa. In fondo era il vostro primo anno in Serie A3.
L’anno scorso abbiamo appreso quello che ci serviva, anche se il campionato non è stato portato a termine, per capire meglio come affrontare un campionato di Serie A. Forti di quell’esperienza, abbiamo attrezzato la squadra per fare un piccolo, ma significativo passo in avanti, senza però venir meno al rispetto dei nostri valori, che si fondano sulla crescita dei giovani. Speriamo di poter contare più avanti anche sull’apporto del nostro pubblico, che per noi è importantissimo. Per farle capire quanto, le dico che lo scorso anno solo Cuneo, che è una società con dei trascorsi molto importanti, ha fatto registrare un numero di spettatori più alto del nostro.
Pensare alla promozione è fantascienza?
Secondo me in questo momento nulla è fantascienza. Bisogna lavorare molto, nella partita secca siamo capaci di qualsiasi cosa. Dobbiamo arrivare ai playoff senza infortuni e in un grande momento di forma, se queste variabili si incasellano a nostro favore, sognare non è vietato. Anzi, se guardate da dove siamo partiti, è proprio una nostra prerogativa.
Cosa conserverà, sia a livello personale che professionale, dell’infausto 2020 appena concluso?
Sicuramente la prima stagione in A3 è stata molto stimolante. Inoltre l’aver assistito alla crescita dei nostri ragazzi, a livello umano, è stata una soddisfazione impagabile. In particolare, se posso fare un nome, aver contribuito alla crescita di Diego Cantagalli, figlio di Luca, che oggi gioca in A2.
Gius di Girolamo