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L’esperto: sei regole e i consigli di Einstein per scegliere la scuola superiore
Orientarsi significa sapere dov’è l’est, l’oriente. Il compito dell’orientamento scolastico (e quindi dell’orientatore, cioè dei docenti, degli esperti, ma anche e soprattutto dei genitori quando i propri figli approdano al momento della fatidica scelta) non è dunque indicare ai ragazzi dove devono andare; ma indicare quale sia la giusta direzione da prendere per andare proprio dove loro vogliono andare.
È difficile per un genitore evitare di suggerire la meta scegliendola al posto loro, ma l’atteggiamento giusto è quello di ascoltarli, di aiutarli a leggere dentro i suggerimenti dei loro docenti, e a vedere oltre i fuochi d’artificio degli open day delle scuole superiori. Non possiamo perciò limitarci a chiedere ogni giorno “come va?”, “che cosa hai fatto?”, perché risponderanno sempre “bene”, “niente”. Dobbiamo osservarli, parlare con i docenti di come sono a scuola, capire come organizzano le loro giornate. Serve tempo, d’accordo, ma è un grande investimento che permette a noi e a loro di capire che cosa li muove (o no) all’impegno scolastico.
Prima regola: sapere che cosa mi motiva a studiare. In una buona scuola media l’orientamento comincia in prima: la scuola dell’obbligo, per l’intero suo percorso, è orientativa, lo è per definizione. Perciò i genitori devono fidarsi di chi ha lavorato con i loro figli per tre (otto) anni: il consiglio orientativo, magari suffragato da test specifici, è un patrimonio prezioso da non disperdere. Di cui tenere conto. Perché dice in modo imparziale ciò che nostro figlio riesce a fare meglio. E perciò quel suggerimento (gratuito) è la prima arma contro i tanti dubbi che insorgono al momento di fare la prima scelta importante della propria vita.
Seconda regola: conoscere le mie attitudini. Scegliere infatti non è provare tutto e poi decidere, scegliere è cercare le ragioni per cui vale la pena di fare una cosa e rinunciare a tutte le altre: quella della scuola superiore (come tutte le scelte della vita adulta) è una scelta fondata su autonomia orientata. Il dubbio dei genitori è se il proprio figlio ce la farà da solo. E qui si gioca il coraggio di chi educa, il coraggio di credere che il seme gettato possa crescere. Un coraggio fatto di fiducia e autorevolezza.
Terza regola: puntare in alto, mai al minimo. Tutto questo sapendo rimanere dietro le quinte, ma facendo sentire la propria presenza, facendo capire che si può contare sempre su di noi, che siamo pronti a condividere e non ad imporre (quarta regola); che anche di fronte a uno sbaglio non giudicheremo (quinta regola); ma soprattutto (sesta regola) sapendo essere costantemente d’esempio, conservando i valori della nostra giovinezza. Domandiamoci perciò quante volte i nostri figli ci hanno visto studiare, o semplicemente leggere, o discutere di qualcosa visto in televisione, o di un film…
Proviamo, per esempio, a commentare con loro questo decalogo di Einstein che trovo formidabile. Certo, alla fine non ne verrà fuori che nostro figlio deve fare il liceo o l’istituto tecnico, ma di sicuro ne verranno fuori delle belle.
1. Segui la tua curiosità: “Non ho nessun talento speciale. Sono solo appassionatamente curioso.”
2. La perseveranza ha un valore inestimabile: “Non mi considero particolarmente intelligente, è solo che mi dedico ai problemi molto a lungo.”
3. Poni il presente al centro della tua attenzione: “Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l’attenzione che merita.”
4. L’immaginazione è potente: “L’immaginazione è tutto. È l’anteprima delle attrazioni che il futuro ci riserva; l’immaginazione è più importante della conoscenza.”
5. Non avere paura di sbagliare: “Una persona che non ha mai sbagliato è una persona che non ha mai provato nulla di nuovo.”
6. Vivi nel momento: “Non penso mai al futuro: arriva abbastanza presto.”
7. Crea valore: “Impegnatevi cercando di creare non il successo, ma il valore in quello che fate.”
8. Non essere ripetitivo: “Follia: fare e rifare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti.”
9. La conoscenza deriva dall’esperienza: “Informazione non è conoscenza. La sola fonte di conoscenza è l’esperienza.”
10. Impara le regole e giocherai meglio: “Devi imparare le regole del gioco. E poi devi giocarci meglio di chiunque altro.”
Claudio Mereghetti
dirigente scolastico dell’Istituto Don Camagni
e orientatore famigliare