Cronaca
Folicaldi, vita da Indiano per tre anni in Sud Dakota
di Giacomo Beretta
Maurizio Folicaldi ha una passione, un interesse che lo ha spinto oltre oceano. Questa passione ha a che vedere con i nativi americani. Quando ha letto su NoiBrugherio la recensione di due riviste che parlano proprio degli indiani d’America, ha pensato che anche la sua storia doveva essere raccontata.
La vicinanza di Maurizio a questa cultura così lontana è nata a due passi da casa grazie a un regalo: un braccialetto. Da un singolo oggetto è nato quello che può essere definito un amore, una curiosità. La vicinanza e il supporto di diversi amci hanno spinto Maurizio oltre oceano ad indagare, ad entrare in contatto con la cultura indiana. Lui stesso si definisce «più di un turista, visto che ho passato tre anni nel Sud Dakota a contatto con una tribù indiana della riserva della zona». In quel periodo, oltre a vivere nei panni di un indiano, Maurizio racconta di «aver lavorato in diversi Trading Post, nei quali ho imparato a creare oggetti attinenti alla cultura indiana: copricapi, faretre, giacche, scaccia spiriti, pipe e molto altro». In pochi mesi, ricorda, «ho appreso tecniche e segreti dei colleghi nativi», dai quali ottiene la stima e il nome di Mato tukte kikta (orso che corre).
Al termine, dice «la mia famiglia indiana mi ha anche adottato. Questa adozione mi ha motivato al fine di divulgare le conoscenze accumulate anche a Brugherio». Quest’esperienza ha segnato eccome il cuore e l’animo di Maurizio che, da tempo, insegue il sogno di esporre questa sua vita parallela a chiunque ne fosse interessato. Maurizio ha dentro di sé un mondo fatto di novità e tradizioni oltre a una gran voglia di raccontare la propria storia a chiunque volesse conoscere i nativi americani. Si trova in via Volturno 13.