Comunità Pastorale
Più di tremila alla Messa a Monza con Papa Francesco
Cinque anni dopo Benedetto XVI, il Papa torna a Milano. Francesco visiterà la Diocesi sabato 25 marzo: l’appuntamento centrale, cuore della visita, è alle ore 15 al Parco di Monza, per la Santa Messa.
Francesco, uomo trasparente
«Da Brugherio – spiega il parroco, don Vittorino Zoia – sono iscritte più di 3mila persone». Un numero importante, aggiunge, «che rivela un’attesa e un desiderio particolare. Credo che sarebbero anche di più, se molti non fossero impediti per motivi di età». La voglia di incontrare dal vivo il Pontefice, secondo don Vittorino, è causata dalla «chiarezza e semplicità di Francesco, uomo trasparentemente evangelico che attrae, ma non trattiene a sé. Ci porta a un Altro». Il Santo Padre, aggiunge, «non viene a prendere applausi, ma a indicarci chi davvero conta. Un po’ come quando, sentendo i fedeli in piazza San Pietro gridare il suo nome, disse che gli sarebbe piaciuto invece sentirli gridare “Gesù”». La Visita del Pontefice non sono come il passaggio di una rockstar. «Perché non sono di parata o folcloristiche – motiva il parroco -, ma contengono la missione della Chiesa in uscita. In Francesco i festi e le parole non possono essere separati, per cogliere a pieno la sua figura e il senso del suo essere qui in mezzo a noi. Penso alle scelte di visitare le periferie, il carcere, la decisione di avere accanto a sé, sul palco, sacerdoti anziani o con disabilità».
Come antichi pellegrini
Con quale attitudine dunque ci si può recare alla Messa? Secondo don Zoia, con l’animo degli antichi pellegrini che andavano a Roma dicendo “andiamo a vedere Pietro”. «Dentro un cammino fatto di difficoltà e momenti belli, ciò che animava e teneva in piedi le giornate era poter incontrare e vedere il successore di San Pietro».L’augurio, infine, «è che l’entusiasmo e l’attesa, ma anche la fatica dell’andare, siano sostenuti da questo desiderio di incontrare Pietro. Cioè colui che ha una missione particolare, come dice Gesù, quella di confermare i fratelli nella fede. Sarà un’esperienza umana, simpatica, piena di meraviglia e sutupore. Ma in fondo, ciò che dà senso al tutto è riconoscere questa presenza che ci rende consapevoli e ci fortifica nel cammino con Gesù».