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La lettera della prof Peraboni: Ecco perché vi consiglio la mostra su de Pisis e vi racconto di quando dipinse a casa mia

Cultura

La lettera della prof Peraboni: Ecco perché vi consiglio la mostra su de Pisis e vi racconto di quando dipinse a casa mia

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dettaglio della “Natura morta 1940″ di Filippo de Pisis”

di professoressa Giovanna Peraboni.

“Lettera di una professoressa disabile”

Questa mia lettera vuole essere un invito alla visione della mostra sul pittore Filippo de Pisis (clicca qui per informazioni sulla mostra) allestita per celebrare il centocinquantesimo di fondazione del nostro Comune di Brugherio. È un invito alla visione per voi tutti, carissimi allieve e allievi della mia lunga opera di educatrice, e di guida alla visione ed alla lettura dell’arte figurativa nelle sue infinite espressioni.

Mi sono ispirata per il titolo dell’invito a don Lorenzo Milani il grande educatore fondatore della scuola di Barbiana, il priore che ha educato i suoi allievi con un impegno a 360 gradi e ha insegnato le regole dell’arte.

Sono passati 20 anni dall’ultima mostra dedicata al pittore e poeta Filippo de Pisis e proprio a vent’anni fa coincideva il mio ultimo anno di insegnamento. Ripensando agli strani segni della vita chiudevo la mia missione guida alla bellezza, ai valori alti dell’uomo, dell’umanità, perché ho guidato alla visione della mostra le mie classi, i miei allievi che lasciavo.

Oggi la professoressa Peraboni, che pur segnata dalla disabilità motoria vi aveva sempre con sicurezza guidati, magari anche solo con sguardi attenti, ora solamente ricordi vissuti insieme ci tengono ancora vicini nella vita. È per questa nuova situazione che ho pensato a voi, per invitarvi, anche senza la mia presenza fisica, a vedere la mostra delle opere del pittore Filippo de Pisis e rivivere le emozioni, lo stupore, le nuove impressioni che si rivelano sempre ad ogni visione.

L’opera d’arte parla sempre agli occhi, all cuore, alla mente.

È come la vita che si ripete con forza nei suoi momenti più alti ed è sempre la bellezza che ci rende più buoni e riviverla ci rende più saggi.

Ricordo come se fosse un segno profetico nella mia vita che il pittore Filippo de Pisis venne dipingere alla porta di casa mia, dove abitavo allora. Rivedo la rapidità dei gesti, la richiesta dei colori all’assistente con il camice bianco che non seguiva, la resa dello scorcio prospettico dell’interno del cortile.

Non una parola, un silenzio meditativo, ed a me che guardavo, l’assistente disse che il maestro avrebbe completato l’opera nello studio. Lo studio che oggi porta il suo nome.

Certamente ogni essere umano ha una sua storia, una sua premeditazione, un suo impegno nella vita, la ricerca di un valore. Nella pittura di Filippo De Pisis anche un semplice punto su un quadro ha un valore: un punto che unito ad altri traccia la linea, la direzione, la prospettiva. Punto che è la partenza di un cammino di vita, il punto che è il principio di tutto.

Fra le opere esposte nella rassegna è splendidamente realizzata l’analisi critica del punto nella natura morta 1940 dove il fiore perde la sua forma per esprimersi nel punto di creatività che è la sua anima bianca, splendente solo luce.

Ciao vi abbraccio idealmente tutti e vi auguro buona vita.

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