Comunità Pastorale
Papa Francesco arriva a Milano e «tocca la nostra vita»
«Emozione, gioia, desiderio di incontrarlo». Sono i sentimenti del parroco don Vittorino Zoia alla notizia dell’arrivo a Milano di Papa Francesco. E c’è da immaginare che la comunità cristiana di Brugherio stia vivendo sensazioni simili.
Il cardinale Angelo Scola:«Segno di affetto e stima»
Il Pontefice arriverà sabato 25 marzo 2017, come ha annunciato il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano. «Questo del Santo Padre – ha commentato Scola – è un segno di affetto e stima per la Chiesa ambrosiana, la Metropoli milanese e la Lombardia tutta. Vogliamo dire al Papa la nostra gratitudine perché verrà a confermarci nella fede. Viviamo fin da ora l’attesa del Pontefice nella preghiera, in preparazione a questo grande dono». L’ultima volta che Milano ha ospitato un Pontefice fu nel giugno del 2012, quando Papa Benedetto XVI celebrò l’ VII Incontro mondiale delle famiglie.Non è ancora noto il programma di Francesco, ma si può immaginare che la visita culminerà con una Messa cui sono invitate tute le persone della Diocesi, brugheresi inclusi.
«La bellezza evangelica traspare dalla sua persona»
«Sono certo – afferma don Vittorino – che la sua presenza in mezzo a noi sarà un segno semplice, ma certo e vero, di quella bellezza evangelica che traspare nella sua persona, nei suoi gesti, nelle sue parole». È ancora presto per parlare di preparazione, ma è anche necessario elaborare un cammino di avvicinamento all’evento. «Siamo in attesa che le indicazioni dell’Arcivescovo e dei suoi collaboratori – conferma don Zoia – ci aiutino a una preparazione di accoglienza gioiosa, ma anche coraggiosa per quanto riguarda il nostro cammino di vita, di comunità cristiana.Le indicazioni che ci verranno date possono quindi farci da guida, onde non fermarci alla superficie dell’incontro, ma per poterne discernere i significati profondi e il messaggio che Papa Francesco vorrà lasciarci».
«Nella storia della città»
L’obiettivo è evitare che la visita del Pontefice si riduca a «qualcosa di folcloristico, di esteriore» e che invece «in qualche modo tocchi la nostra vita. Attendiamo con una certa attenzione queste indicazioni proprio perché questo giorno resti nella nostra memoria storica di chiesa e di città come è accaduto con le visite di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.