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Le lane di Rista, da viale Lombardia alle passerelle dell’alta moda
a cura della Biblioteca Civica
Quando si parla del tessile brugherese il pensiero corre subito a Marzotto e passa invece quasi sottotraccia l’attività della “Manifattura Lane Ugo Rista”, ignorata dalla nostra pubblicistica. Eppure, nel 1966, l’azienda Rista era la terza in città per numero di addetti con ben 700 dipendenti, preceduta solo da Candy e Pirelli.
Niente sindacati
Ugo Rista, disegnatore tecnico di tessuti, divenne imprenditore nel Biellese (sua terra d’origine), affiancandosi nella gestione di una società alla famiglia Zignone, pioniera del settore tessile. Nel 1948-49, Rista trasferì armi e bagagli proprio a Brugherio, lungo viale Lombardia. La Brianza monzese, “zona bianca” per eccellenza, prometteva basse tensioni sociali ed era una delle zone d’Italia in cui le reti stradali erano in più forte sviluppo. I contrasti con le maestranze però non mancarono se perfino il moderato periodico monzese “Il Cittadino”, nel settembre 1953, tuonò contro l’ormai quadriennale divieto, da parte della Rista, d’indizione delle elezioni per la nomina delle rappresentanze sindacali. Il successo della Rista, comunque, si consolidò. L’azienda faceva bella mostra di sé su riviste come “Annabella” e “Grazia”. In quel periodo, Torino contendeva ancora a Milano il ruolo di capitale italiana della moda.
Ospite d’onore alle sfilate
Così non c’è da stupirsi che, nelle sfilate che si tenevano al Teatro Alfieri, Rista era ospite d’onore, grazie ai suoi accurati “tagli” e alla sapiente tinteggiatura. Per le sartorie italiane quello era l’evento clou. Nel gennaio 1959, per capirci, oltre a Rista, erano presenti a Torino marchi internazionali come il lanificio Litex di Torino, il colosso Bemberg di Milano ed il mitico cappellificio Borsalino di Alessandria.
Gli anni della crisi
L’azienda cominciò ad entrare in crisi nel successivo decennio, con il progressivo affermarsi dell’abito pronto, realizzato da aziende che ne curavano l’intero processo produttivo, a tutto svantaggio delle sartorie (che ancora nel 1955 detenevano il 78% del mercato, mentre nel 1965 avevano ormai il 43%).
A metà degli anni sessanta del secolo scorso, tuttavia, la Rista aveva ancora un forte seguito all’estero, perfino in Canada, grazie alle sue produzioni per giacche da uomo, e per pullover e cardigan anche femminili.
Dopo aver cambiato anche denominazione sociale, l’azienda chiuse definitivamente nel 1981.