Comunità Pastorale
Scout: nuovo branco nel nome di Fabio
Mercoledì il gruppo scout ha celebrato una commovente e partecipata messa di suffragio in memoria di Fabio Caprotti Magni, capo scout morto quest’estate in montagna. Nell’occasione, i compagni scout hanno scritto un ricordo di Fabio che, guardando al passato, traccia il futuro del gruppo. Lo trovate di seguito.
Ricordare Fabio è semplice e complesso nello stesso tempo. Ha cominciato il suo percorso scout a 8 anni come lupetto, continuando poi come esploratore e rover, fino alla decisione di diventare capo scout per donare quanto ricevuto. La sua prima passione, forse anche la più forte, sono stati i lupetti, i più piccoli, per i quali si è speso pazientemente per tanti anni, sostenendo direttamente anche l’apertura di un secondo branco nel 2006.
Il sogno del Brasile
Il passaggio con i giovani del clan/fuoco porta la sfida educativa ad un livello più alto. Di questo periodo spicca il supporto dato ai giovani per realizzare il sogno di una route estiva in Brasile. Ha stimolato e accompagnato quell’avventura affrontando le difficoltà ed i contrasti con la sua proverbiale serenità e insegnando che si può dare un “calcio all’impossibile”. E così hanno fatto, vivendo un’esperienza indimenticabile.
La responsabilità del gruppo è il passo conclusivo. Fare il Capo gruppo non comporta solo assumersi responsabilità civili e penali, ma svolgere un ruolo che spazia dall’organizzazione del gruppo alla diretta educazione dei ragazzi. In più c’è il compito di guidare, stimolare, promuovere, coinvolgere, coordinare la Comunità dei Capi, stimolando la formazione permanente, la coerenza, l’impegno politico e sociale, la partecipazione associativa, l’approfondimento metodologico, la stesura del Progetto Educativo di Gruppo.
Mantenere i rapporti con altre associazioni, enti e organismi civili ed ecclesiali, l’associazione a livello zonale-regionale-nazionale, preparare e gestire le riunioni delle Comunità Capi, sovraintendere la gestione organizzativa ed amministrativa del gruppo.
Scoutismo moderno
Col supporto di tutta la Comunità Capi, che lo aiuta a concentrarsi sulle aree più rilevanti, senza tralasciarne alcuna, dà un’impronta a questi ultimi anni di scoutismo brugherese, portandolo nel nuovo millennio.
La costante attenzione alla formazione del singolo, l’applicazione della democrazia attraverso il dialogo, la collaborazione richiesta ed ottenuta da tutti i capi, il costante richiamo ad essere scout e non solo a fare lo scout, la competenza nella gestione dei momenti delicati, sono stati i tratti distintivi dell’operato di Fabio come Capo gruppo.
Eliminare le liste d’attesa
Senza dimenticare il sogno che Fabio condivideva con tutti i capi: l’espansione numerica del gruppo, per dare l’opportunità ai tantissimi bambini e ragazzi iscritti nelle interminabili liste di attesa di vivere il percorso scout. Un sogno che, da un anno a questa parte, si sta realizzando per gli esploratori e le guide che da ottobre si divideranno in due reparti paralleli di circa 24 componenti ciascuno: prima assoluta per il gruppo del Brugherio.
Inoltre, giusto in questi giorni, la Comunità Capi sta valutando la possibilità di aprire un secondo branco con l’inserimento di una quindicina di nuovi lupetti e lupette. Anche oggi, come dieci anni fa, seguendo le linee che Fabio ha sempre sostenuto: “meglio due branchi da 20 persone che uno da 40 … è più facile seguire il percorso di crescita di tutti, senza dimenticare nessuno”. Se verranno soddisfatte tutte le condizioni, il sogno diverrebbe realtà: il gruppo supererebbe i 150 iscritti e si proietterebbe verso un futuro nuovo, per strade non battute, con la consapevolezza di poter “rendere il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”. Non potremo più avere Fabio ai nostri incontri, ma siamo sicuri che ci darà una mano anche dal paradiso.