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Candy, un miliardo di fatturato «in crescita» nel 2015. Fumagalli sullo stabilimento brugherese: «Lo stiamo ridisegnando»
Il futuro dello stabilimento Candy di Brugherio potrebbe avere nuovo slancio dal “programma 4.0” della Comunità economica europea.
L’ha anticipato mercoledì 29 giugno Beppe Fumagalli, ceo (amministratore delegato) di Candy Hoover, a margine della presentazione dei dati di bilancio 2015 e delle prospettive future dell’azienda. Lasciando intendere però che non sembrano esserci novità sugli esuberi annunciati e confermati più volte.
Delocalizzazione e transizione
«Abbiamo 4.500 dipendenti nel mondo – ha spiegato – e negli scorsi anni abbiamo operato una forte riduzione delle produzioni nell’Europa Ovest, delocalizzando verso Turchia, Russia, Cina. Oggi produciamo in Italia ancora una parte significativa di lavatrici, che sul totale hanno un peso non più del 5%».
Nell’ambito di una «fase di transizione» di un settore trasformato dalle crisi (economica, geopolitica, tecnologica), ha aggiunto, «abbiamo trovato incentivi all’esodo e forme di flessibilizzazione nell’interesse aziendale e in accordo con i sindacati. Ci sono ancora delle discussioni in corso perché c’è ancora una parte di esuberi nel nostro stabilimento di Brugherio, ma è vero anche che stiamo assumendo in altri settori aziendali come il commerciale e il ricerca e sviluppo».
Produzione standardizzata
La sede del gruppo Candy, ha assicurato, «sarà sempre a Brugherio e resterà sempre anche lo stabilimento. Lo stiamo ridisegnando perché diventi più competitivo, nel senso che faremo una produzione estremamente standardizzata e automatizzata».
L’azienda, ha aggiunto, sta «guardando con molto interesse alle incentivazioni e agli stimoli che derivano dal “programma 4.0” della Comunità economica europea che credo attraverso le novità che stiamo presentando, quelle della connettività, possa in futuro generare delle alternative per lo stabilimento che ci sta a cuore, quello da cui tutto è partito».
Elettrodomestici connessi per tutti
Il futuro del mercato degli elettrodomestici, scommettono i Fumagalli, è nella connettività. Apparecchi connessi ai telefoni e a internet, che avvisino con un sms in caso di bisogno. Come una lavatrice che segnala la fine del brillantante, un frigo che avverte se la porta è stata dimenticata aperta, una lavatrice che, conoscendo il meteo, proponga di rallentare i giri della centrifuga per risparmiare corrente e poi stendere i panni al sole.
Sul palco, Beppe e il fratello Aldo (nipoti di Eden Fumagalli che nel 1945 diede il via all’azienda) hanno parlato di un 2015 «con un fatturato consolidato pari a 952.3 milioni di euro, in crescita rispetto al 2014 del +12.4%, e con un ebit superiore al 4% assestandosi a 39 milioni di euro». In «significativo rialzo» anche la quota di mercato, che segna +1.1 punti percentuali nel grande elettrodomestico in Europa.
Innovazione e futuro
L’azienda brugherese è stata spesso apripista in nuovi settori di mercato. È stata la prima, hanno ricordato i Fumagalli, a credere nelle lavatrici a grande capacità, sopra gli 8 chili. La prima a sperimentare le lavasciugatrici (oggi in Europa il 15% di queste macchine sono Candy Hoover). La prima a puntare sulle lavatrici dall’ingombro ridotto. Così, hanno aggiunto, è naturale per l’azienda puntare sull’innovazione, nella linea della connettività degli elettrodomestici «con le tecnologie più moderne e semplici: tra qualche anno, quando la differenza nel costo di produzione sarà minima, tutte le apparecchiature di casa saranno connesse».