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L’accoglienza di Kupalinka. Le testimonianze: «La nostra famiglia è cresciuta»
Anche quest’anno Kupalinka ha coronato il sogno: lo scorso 2 giugno i volontari dell’associazione hanno accolto undici bambini provenienti dalla Bielorussia, dalle zone colpite dal disastro nucleare di Chernobyl. Segno che la voglia di regalare speranza continua a crescere. I bambini torneranno in patria il 30 giugno, al termine di un periodo di permanenza ricco di esperienze: la settimana al mare, giornate in piscina allo Sporting, laboratori di cucina e giochi in oratorio San Giuseppe. Per concludere l’esperienza, Kupalinka organizza una grigliata all’oratorio San Carlo: costo 5 euro, iscrizione a info@kupalinka.it
«Questo giugno qualcosa di nuovo, qualcuno di nuovo è arrivato nella nostra famiglia perché abbiamo deciso di di accogliere una bimba Biellorusa. È così il 2 giugno è arrivata Yana. È arrivata insieme ad altri dieci bambini. Che emozione vederli arrivare con le loro poche cose, dei faccini un po’ smarriti, ma curiosi ed entusiasti per questa nuova esperienza! Non sapevamo cosa aspettarci da questo incontro, e forse il bello è proprio questo, la sorpresa: le emozioni per le piccole cose, qualche parola di italiano, un abbraccio affettuoso, una lacrima di nostalgia, tanto rumore, giornate piene, emozioni contrastanti ma il desiderio di regalarle un mese un po’ speciale! È speriamo sia così! In realtà noi abbiamo accolto lei ma soprattutto lei ha accolto noi!!!» racconta la famiglia Pocchiero, che ha accolto Yana.
Un figlio in più nella nostra famiglia (un regalo inaspettato)
Primo anno di esperienza anche per la famiglia Teruzzi, che racconta il momento della decisione di accogliere: «Nel mese di febbraio 2016 in piazza del paese vediamo il banchetto dell’associazione Kupalinka, noi conosciamo già alcune persone che ne fanno parte ci salutiamo si parla ed esce la domanda semplice e diretta: dai Lucia e Luciano volete ospitare per un mese un bambino della Bielorussia? Noi ci guardiamo in volto ci scrutiamo un paio di secondi e rispondiamo: ma si dai!!! ci voltiamo verso i nostri figli, li chiamiamo vicino a noi e chiediamo loro: cosa ne dite se nel mese di giugno ospitiamo un altro fratello? la risposta è immediata e piena di entusiasmo: si che bello!!!! Apparentemente senza pensare tutta la famiglia risponde subito senza fare ragionamenti, calcoli, ne controllare impegni presi in precedenza….cosi al volo!!! Ci viene quasi da dire “poetico” da film. Questa è stata la prima reazione. Da quel giorno piano piano sono iniziati i pensieri di preoccupazione, di attenzione, di ontrollo degli impegni e di tutti quei ragionamenti che quella mattina in piazza non si sono fatti vivi. E adesso guardando indietro diciamo: per fortuna che abbiamo risposto con una piccola dose di incoscienza e senza fare calcoli. In famiglia le discussioni con i nostri due figli Leonardo di 13 anni e Pietro, 11 anni a luglio, coetaneo del nostro nuovo componente della famiglia sono state molto belle e costruttive, abbiamo affrontato gli aspetti riguardanti la situazione in Bielorussia dopo il disastro di Cernobyl, i problemi legati alla salute, le situazioni della famiglie in Bielorussia, la vita in quel paese e chiaramente gli aspetti affettivi, la nostra intenzione come genitori era quella di accogliere un terzo figlio, non un ospite qualunque e abbiamo invitato i nostri figli a pensare cosa volesse dire avere un terzo fratello con il quale condividere noi genitori, i giochi i vestiti e magari anche qualche litigata oppure scenate di invidia. Purtroppo dobbiamo ammettere di non aver studiato russo!!!! La nostra speranza: vedrai imparerà l’italiano in meno di una settimana. E dopo tutta questa preparazione arriva il momento dell‘incontro : Saha piange, ha nostalgia di casa e anche noi scoppiamo a piangere e senza pensarci lo abbracciamo e ci abbracciamo tra di noi. Ecco: l’abbraccio è il linguaggio universale che abbiamo adottato nei primi giorni, noi come genitori i nostri figli come fratelli. Sinceramente i primi giorni sono stati molto pesanti dal punto di vista psico-fisico: alla sera arrivavamo molto provati e stanchi , la tensione di poter regalare momenti sereni ai nostri 3 figli ci esauriva, si andava a dormire subito dopo aver messo a letto i ragazzi intorno alle 22.15, cosa che non facevamo da anni. Ma, alla mattina, il sorriso di Sasha e quello dei nostri figli ci ricaricava. Uno dei momenti che piace a Leonardo e Pietro è quando si ritrovano tutti i bambini ospiti e giocano tra loro, cercando anche la loro compagnia, Pietro dice: le bambine non mi lasciano stare…ma alla fine si diverte. Sono passati 20 giorni e ormai la famiglia ha preso il ritmo, la cosa bella è che ci troviamo a pensare alle attività familiari cercando di coinvolgere Sasha il più possibile e insieme ci troviamo veramente a voler condividere tempo e interessi, ad aprire la mente davvero e lo diciamo seriamente senza retorica anche perché ci costa fatica… non possiamo nasconderlo: si fa fatica a condividere, ma la gioia che vivi e che ti viene regalata ha un valore inestimabile sembra frase fatta ma: la nostra famiglia è cresciuta, ognuno di noi è cresciuto, questo grazie ad un regalo inaspettato».