Comune
Festeggiamenti per il 25 aprile, Troiano: «È tempo di una nuova Liberazione». La lettera degli studenti a Modigliani: «Abbiamo capito cos’è importante»
Si è commosso, dietro agli occhiali neri, Luciano Modigliani. Quando, al termine del corteo del 25 aprile, alcuni studenti della De Filippo hanno letto un testo (qui a lato) dedicato a lui. È stato il momento più intenso di una mattinata che ha visto numerose persone sfilare dietro alla banda per festeggiare l’anniversario della Liberazione: per la prima volta, fermandosi per un momento di raccoglimento anche in piazza Mandelli. Tra loro, Carlo Fiocco e Luciano Modigliani, testimoni dei campi di concentramento, e Ornella Grimoldi, che mantiene viva la memoria del racconto del papà Aldo.
Sul palco del comune, dopo la responsabile provinciale dell’Anpi, Rita Pavan, è intervenuto il sindaco Marco Troiano. Esprimendo «gratitudine per tutti i protagonisti della Resistenza e della Liberazione», l’ha definita una «storia di giovani e di donne, di ufficiali dei carabinieri e di suore, di anziani e di parroci, di partigiani comunisti e cattolici, di contadini e intellettuali».
Citando poi i nomi dei brugheresi ricordati per il loro impegno, Troiano ha espresso la convinzione che «questo sia per noi il tempo di una nuova Liberazione» dai «rigurgiti del nazionalismo, dalle chiusure e dai muri che stanno segnando oggi la storia di un’Europa senza coraggio e senza memoria»; liberazione dal «pensiero che il terrorismo che segna la storia dei nostri giorni si vinca chiudendoci e praticando meno democrazia»; liberazione «dalla tentazione di pensare che per uscire dalle difficoltà civili, economiche e sociali che stiamo viviamo dobbiamo rinchiuderci»; liberazione «dal qualunquismo del “fa tutto schifo”, della politica vissuta come nemica e non come patrimonio comune».
Oggi, ha concluso, «tocca a noi dare seguito a quel patto di sangue (versato dai partigiani, ndr), mettendo le nostre mani e tutto il nostro impegno perché il terreno della democrazia continui a produrre frutti buoni».
Le foto del corteo del 25 aprile
La lettera degli studenti a Modigliani: «Abbiamo capito cos’è importante»
Caro Partigiano, carissimo signor Modigliani,
ti diamo del “tu”: abbattiamo il muro della formalità̀, poiché la condivisione dei tuoi ricordi ci ha avvicinato a te rendendoci partecipi della tua storia. Le tue parole, il tuo racconto hanno colpito il nostro cuore, scosso le nostre coscienze, attivato il nostro doveroso bisogno di dirti “grazie”. Grazie per aver concesso alla tua triste memoria di riesumare ricordi, pensieri, suoni, odori, visioni che, come spesso hai ribadito, sono “inenarrabili”. Per questo la tua vita da allora non è più stata la stessa; una vita da adolescente, come lo siamo noi ora, spezzata e privata dei suoi affetti, umiliata e calpestata. Tu, steso su una lurida panca di legno, intrisa di liquidi umani, di notte sognavi una tazza di caffelatte; tu non desideravi altro, noi abbiamo tutto ma non siamo mai contenti di ciò che abbiamo. Tu ci hai dato la possibilità di riflettere sul senso della vita: la felicità è fatta di spensieratezza, un amico ed una famiglia che ci ami.
Grazie per aver lottato per la nostra libertà, grazie per essere riuscito a resistere all’odio umano, a rinascere di nuovo, anche se ferito, ma vivo.
Tu ci chiedi scusa per “non riuscire a dimenticare”. Noi chiediamo scusa a te per averti chiesto di ricordare. Tu non puoi dimenticare cose così orribili che neanche una bestia può compiere. Gli stessi animali, se uccidono, lo fanno per pura sopravvivenza, per istinto.
Ma l’uomo non può farlo quando ha conosciuto l’amore, lo sguardo di un bambino, l’abbraccio di una madre. Il tuo numero 7359 lo scriviamo sul braccio, ma il tempo lo scolorirà.
Il tuo nome lo stampiamo nel cuore, l’affetto che ti dobbiamo durerà per sempre.
Con profonda gratitudine, gli alunni delle terze
e i docenti della scuola “E. De Filippo”