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Noi Brugherio

Città commossa per il saluto a Ettore Giltri

Politica

Città commossa per il saluto a Ettore Giltri

L’esempio di un uomo come Ettore Giltri «ci insegna che abbiamo bisogno di volare alto, come una mongolfiera. Non per staccarci dalla realtà, ma per guardarla dall’alto e coglierla in pienezza».

Passione per la città
È l’esortazione di don Vittorino Zoia espressa nell’omelia del funerale di Giltri, 88 anni, scomparso martedì. Cavaliere del lavoro, sindaco dal 1965 al 1975, «un uomo che è stato dentro la storia della città con passione – l’ha definito il parroco -. L’ex sindaco ci lascia un messaggio da uomo appassionato della città e della vita». Perché «non siamo vagabondi, – ha concluso – ma cercatori, come i Magi, della via, verità e vita che è Gesù». Centinaia di persone hanno partecipato alle esequie: tra loro anche la giunta, il sindaco, gli ex sindaci Andreina Recalcati, Carlo Cifronti e Maurizio Ronchi, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il consigliere comunale Carlo Nava, i gonfaloni del Comune e dell’Avis.

Cinque insegnamenti
Prima dell’inizio della funzione, Marco Troiano in fascia tricolore ha ringraziato Giltri «per i cinque messaggi che ci lascia». Il primo, «le opere come Edilnord, Notiziario Comunale, il primo piano regolatore della città, case popolari, scuole elementari e medie, la Comunità d’arte e la prima esperienza dei comitati di quartiere». È stato «il sindaco dello sviluppo: Brugherio ottenne il titolo di città proprio 50 anni fa», durante la sua giunta. Secondo lascito sono i suoi «valori morali: era uomo di grande rettitudine, onestà e correttezza nel suo agire, riconosciute anche dai suoi avversari politici». Terzo messaggio è la sua «grandissima capacità di decidere, con uno stile molto particolare. Le foto lo ritraggono sempre un po’ in disparte. Decideva, ma sempre con uno stile che privilegiava di non essere al centro della scena».

Quando “sgridò” Troiano per una bandiera consumata
Il quarto ricordo, «di tipo personale, è l’Ettore Giltri impegnato in parrocchia, come me, in Consiglio pastorale. Dice di una persona capace, finito il mandato amministrativo, di completare il suo percorso in altre forme, dentro le associazioni e la realtà parrocchiale. Indipendentemente dalle cariche ha saputo continuare a dare un esempio e servizio alla città». Infine, «con il suo stile, ironico e garbato, sapeva trovare una parola di incoraggiamento e anche di attenzione alla città. Come quando, incontrandomi per strada, mi rimproverò perché la bandiera tricolore della Biblioteca era da cambiare». Lo ringraziamo anche perché era in grado, ha concluso, «di incoraggiare le generazioni più giovani».

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