Comune
I commercianti contro il Comune: «Manca condivisione»
«Profondo rammarico». È il sentimento dei commercianti della città a seguito del voto negativo espresso dal Consiglio comunale sulla riapertura di piazza Roma. Nella seduta del 26 febbraio, la minoranza ha proposto che la chiusura al traffico della piazza centrale si interrompesse nel pomeriggio, quando non ci sono eventi che ne giustifichino la pedonalità.
Maino, Manzoni, Beretta
«Dal nostro punto di vista il transito della piazza Roma dovrebbe avvenire addirittura dalle ore 15, se non utilizzata da eventi e manifestazioni», commenta la Confcommercio brugherese in una nota firmata da Michela Maino (nella foto, Presidente della sezione locale), Stefano Manzoni (vicepresidente) e Pietro Beretta (Responsabile dei pubblici esercizi), rappresentanti di un centinaio di attività brugheresi iscritte all’associazione. «Vogliamo ringraziare – aggiungono – i consiglieri che hanno votato a favore della proposta, prendendo in considerazione i dubbi e le paure dei commercianti e del commercio brugherese».
Parcheggi a San Damiano
Nella stessa seduta, è stata messa ai voti anche la possibilità di utilizzare metà piazza Virgo Fidelis, a San Damiano, come parcheggio. Anche questa proposta è stata bocciata dalla maggioranza dei consiglieri. «Ci rammarica – continua la Confcommercio – sentire che ci sono consiglieri convinti che San Damiano non necessiti di parcheggi e che il centro paese invogli alla passeggiata, ci stupisce che questi stessi consiglieri siano convinti che le luci delle nostre vetrine facciano vivere le nostra città, come del resto lo fanno e non si accorgono; o fanno finta di non vedere che, con la loro decisione molte attività chiuderanno, come confermato dai dati in loro possesso». Il riferimento è a uno studio realizzato dalla stessa Confcommercio e messo a disposizione della Gunta nell’ambito della discussione per il nuovo piano del traffico.
Direzione contraria
«Prendiamo atto – commentano – che la posizione dell’amministrazione, vada in direzione contraria a quella da noi auspicata e prendiamo atto che i nostri timori non sono considerati importanti». In particolare, precisano, «paure legate all’estensione della ZTL (zona a traffico limitato), alla nuova viabilità e a questa ripresa economica che noi operatori del settore sul territorio non vediamo».
Se chiudono i negozi muore la città
Queste preoccupazioni sono anche dovute, dice la Confcommercio, «alla totale assenza d’informazioni da parte degli organi competenti riguardanti le scelte (provvedimenti) viabilistiche, nonostante le promesse fatteci di renderci partecipi sulle decisioni,e di informarci sull’iter del provvedimento». La conclusione, secondo Confcommercio è che «quando le vetrine si spegneranno e le serrande saranno abbassate, la città morirà insieme ai suoi abitanti».