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San Giuseppe, l’artista ricercatore Ovadia celebra il ricordo di Jannacci

Cultura

San Giuseppe, l’artista ricercatore Ovadia celebra il ricordo di Jannacci

Il 16 febbraio alle ore 21 al teatro San Giuseppe Moni Ovadia propone al pubblico “Il nostro Enzo”… ricordando Jannacci. Come si fa a cadere nel pessimismo quando c’è la musica?, diceva Enzo Jannacci cantautore, cabarettista e attore ma anche cardiochirurgo, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra.
Fin dagli anni ‘50, ha lavorato insieme agli amici Dario Fo e Giorgio Gaber, passando dalla canzone dialettale al rock al jazz, fornendo l’ispirazione anche a personaggi come Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi. Tra i suoi brani più noti: Vengo anch’io. No tu no, El portava i scarp del tennis, Ho visto un re, Quelli che. La vita l’è bela…

Alcune canzoni reinterpretate da Moni Ovadia
Alcune di queste canzoni, diventate oramai dei classici, sono reinterpretate da Moni Ovadia anch’egli artista versatile, curioso sperimentatore che si è affermato nel teatro musicale dimostrando una sua personale ricerca espressiva; le propone in un’inedita quanto fascinosa veste. Voce: Moni Ovadia – Piano forte: Alessandro Nidi.

Ovadia, un artista ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare
Nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi, via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante.
Biglietti: posto unico 16 euro.

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