Comunità Pastorale
Papa Francesco: Indifferenti davanti alle morti dei migranti
Quando si tratta di migranti che fuggono da guerre e povertà, che muoiono in mare o subiscono “aberranti crimini”, “l’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità”. Anche le comunità parrocchiali “che vedono minacciata la tranquillità tradizionale” con l’arrivo di persone di culture e nazionalità diverse, sono invitate ad aprirsi all’accoglienza dell’altro e imparare a superare “sospetti e paure” perché “il Vangelo della misericordia scuote le coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza dell’altro e indica vie di risposta”. Sono alcuni dei passaggi più forti contenuti nel messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di domenica 17, dal titolo “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordia”. Il Papa invita i governi a superare la fase emergenziale e le normative poco chiare e a “scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni. Su questo è indispensabile che l’opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti”.
Indifferenza e silenzio aprono a complicità
“Ogni giorno – scrive Papa Francesco nel messaggio – le storie drammatiche di milioni di uomini e donne interpellano la Comunità internazionale, di fronte all’insorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del mondo. L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi”. “Di grandi o piccole dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana”.
Normative poco chiare
“I flussi migratori sono ormai una realtà strutturale – ricorda il Papa – e la prima questione che si impone riguarda il superamento della fase di emergenza per dare spazio a programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni, dei cambiamenti che si producono e delle conseguenze che imprimono volti nuovi alle società e ai popoli”. E se “non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale”, allora “Di fronte a tali questioni, come può agire la Chiesa se non ispirandosi all’esempio e alle parole di Gesù Cristo? La risposta del Vangelo è la misericordia”.
Il diritto a non emigrare
Inoltre la Chiesa, puntualizza Francesco, ribadisce “il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d’origine”: “Questo processo dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessità di aiutare i Paesi da cui partono migranti e profughi” affinché “cessino gli scompensi che inducono le persone, in forma individuale o collettiva, ad abbandonare il proprio ambiente naturale e culturale”.
LA CHIESA PER I MIGRANTI
Sono 27 mila i migranti accolti oggi nelle parrocchie, comunità religiose, monasteri e santuari di tutta Italia. Al momento dell’appello del Papa il 6 settembre scorso erano quasi 23 mila, da allora è aumentata molto la disponibilità delle parrocchie all’accoglienza: si stima da 1000 a 5000. Sono i numeri forniti oggi da monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, durante la conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 17 gennaio. «Soprattutto laddove i comuni sono stati latitanti – ha precisato – è cresciuto l’impegno dell’accoglienza ecclesiale. Ad esempio in Lombardia una persona su 2 è accolta presso strutture ecclesiali». Mons. Perego ha annunciato l’intenzione della Chiesa italiana di compiere una rilevazione completa ad un anno dall’appello del Papa.