Comune
150esimo: 1909, incidente tra tram e fuga dei macchinisti
a cura della Biblioteca Civica
Come tanti altri luoghi, anche Brugherio ha avuto le sue brutte pagine di cronaca nera. Un drammatico incidente, ad esempio, avvenne il 13 settembre 1909, verso le ore 17, nei pressi di quello che è oggi considerato il vecchio cimitero, fra la tranvia n. 89 (che da Milano viaggiava in direzione di Monza) ed un analogo mezzo, destinato però al traffico merci, che si muoveva in direzione opposta. Dai primi rilievi della Pretura di Monza e dalle successive verifiche emerse che il personale di servizio del “merci”, carico di carbone e ghiaia, pur avvisato in tempo della manovra da compiere, non aveva arrestato il tram poco prima di un pericoloso incrocio, situato a pochi metri dalla cascina Puricelli, denominata così perché proprio da questa famiglia abitata. Stefano Tavassi, “telegrafista e capotreno” del n. 89, si vide venire incontro a velocità sostenuta l’altra tranvia, tentò disperatamente di “dare il controvapore” per contenere almeno gli effetti dello scontro ma non poté in alcun modo evitare il devastante impatto. Per capire fino in fondo la dinamica dei fatti occorre precisare che l’episodio in questione avvenne, più o meno, nella zona dove oggi si snoda il Viale Lombardia, che com’è noto ha uno sviluppo senza curve, quasi rettilineo. In quel tempo, invece, la strada aveva un disegno molto tortuoso, con curve e controcurve, bordate peraltro da siepi molto alte, che riducevano la visibilità. I conducenti dei due mezzi, quindi, ebbero la sconvolgente sorpresa di trovarsi all’improvviso di fronte, e ad essere stritolata fu soprattutto la prima classe, che occupava la parte anteriore del treno viaggiatori.
Bilancio: dodici feriti e la morte di una persona
Il bilancio fu di dodici feriti, di cui tre gravi e due gravissimi (uno morì il giorno dopo), che subirono l’amputazione degli arti. Lo stesso Tavassi venne sbalzato fuori dal mezzo, procurandosi profonde ferite sulle spalle. Le cronache del tempo ci dicono pure che il capotreno ed il macchinista della tranvia merci non solo non prestarono i primi soccorsi ai passeggeri, ma addirittura scapparono nei campi, per evitare di essere assicurati alla giustizia. La loro però fu una fuga breve, durata solo poche ore.