Cronaca
Dalla paura alla speranza. La città solidale con Parigi
Anche i richiedenti asilo ospitati presso l’istituto di Maria Bambina hanno voluto esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime degli attentati di Parigi. Con due teli bianchi su cui hanno scritto con la bomboletta nera “pace” e “insieme con la Francia”. «Volevano una bandiera della pace – racconta l’assessora all’integrazione, Laura Valli – e, mentre ne cercavo una da portare loro, si sono dati da fare con quello che avevano in casa». In questo modo «semplice e spontaneo, i giovani richiedenti asilo, in gran parte di religione musulmana, hanno voluto esprimere la loro vicinanza al popolo francese». Alla richiesta dell’assessora su come si sentissero, la risposta è «noi bene, mama Laura. Ma siamo tristi. Abbiamo amici in Francia. È brutto quello che è successo».
Candele sui davanzali e presidio in piazza Roma
È stato il primo segnale comparso in città, insieme a diverse candele esposte sui davanzali e a un presidio, organizzato per la mattina in piazza Roma, «senza simboli di partito: era importante che fosse così, per permettere a tutti di avvicinarsi e poter esprimere solidarietà alla Francia» spiegano Simone Castelli e Carlo Polvara, i due promotori. Numerose persone si sono fermate. Tra queste, la presidente del consiglio comunale, Melina Martello: «Ci sarà anche il tempo delle riflessioni e delle valutazioni, ora è solo il tempo di trovare il coraggio per reagire senza spargere altro sangue; per esprimere, al di là di qualunque ideologia politica, che i 130 morti di Parigi sono vittime innocenti di deliri di soggetti che umani non possono essere definiti». Al gazebo, nonostante la rapida organizzazione, aggiunge, «si sono uniti tanti cittadini e amici a manifestare il proprio sdegno e, al tempo stesso, la speranza che la comunità francese e la politica internazionale possano trovare gli antidoti a questa guerra. Lo sgomento e la tristezza debbono necessariamente essere accompagnati dalla speranza che la saggezza trionferà, che la voglia di non armare più queste mani prenderà il sopravvento sugli interessi economici di chi finanzia questi gruppi».
Renzi cita le telecamere
Mercoledì pomeriggio, in un’intervista a SkyTg24 sugli attentati di Parigi e in particolare sul pericolo di scivolare in una società ipercontrollata per la paura, il premier Matteo Renzi ha citato le videocamere presenti ai varchi di Brugherio. Le ha definite esempio di tecnologia che, pur non limitando le libertà personali, consente di difendersi dal terrorismo. Ricordando il caso dell’omicida del Tribunale di Milano «fermato dalla prontezza delle Forze dell’ordine che hanno inserito la targa del suo scooter nel sistema di telecamere di una città della Brianza», il primo ministro ha affermato che condividere la tecnologia già esistente e creare database specifici è un modo efficace di affrontare il terrorismo.