Connect with us

Noi Brugherio

Un territorio che non si arrende, sindaco e sindacati al ministero per salvare il lavoro di Candy

Cronaca

Un territorio che non si arrende, sindaco e sindacati al ministero per salvare il lavoro di Candy

di Filippo Magni Luca Castelli

La notizia la dà il sindaco Marco Troiano a conclusione della fiaccolata: «Entro due settimane saremo ricevuti dal Ministero dello sviluppo economico per discutere i problemi di Candy». È un primo risultato accolto con favore dai dipendenti dell’azienda brugherese, che giovedì 12 novembre hanno sfilato in corteo per dire no ai previsti 373 esuberi. La conclusione, in Consiglio comunale, ha visto i rappresentanti sindacali ribadire le proprie ragioni («non si può andare in Cina perché là il lavoro costa 2 euro l’ora e qui 22 euro), apprezzare la giornata («Questo territorio non si vuole arrendere, diversi cittadini hanno sfilato con i dipendenti») e ribadire la volontà di vedere il piano industriale di Candy, «per capire se lo sbarco in nuovi Paesi è nel solco di acquisire nuove tecnologie oppure propedeutico a una vendita dell’azienda». Troiano ha spiegato che il lavoro istituzionale parte da due presupposti: «La dichiarazione dell’azienda che il cuore di Candy deve restare in Brianza» e «l’intervento del governo che ha reso possibile un futuro per Whirpool: significa che il mercato dell’elettrodomestico ha un futuro, in Italia». Mettendo insieme questi due elementi, «è evidente la conclusione: Candy deve continuare ad essere attiva a Brugherio».

Più di 300 in corteo
«Peppino assumeva, Aldo chiudeva». È questo uno degli slogan più utilizzato dai lavoratori in marcia. Un lungo corteo, partito dopo le 17 dallo stabilimento in via Eden Fumagalli e arrivato intorno alle 19 in sala consiliare, a cui hanno partecipato oltre 300 tra lavoratori, sindaci e istituzioni del territorio, esponenti politici e sostenitori. La situazione è critica da tempo: su 588 dipendenti dello stabilimento di Brugherio, 370 sono in esubero. «È a rischio la sopravvivenza dello stabilimento. Chiediamo un piano industriale che serva davvero ai lavoratori e al territorio» ha scandito Paolo Mancini, membro della Rsu interna. All’interno del corteo, tante bandiere dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim, il sindaco Marco Troiano e la giunta, alcuni esponenti politici locali e, soprattutto, tanti lavoratori.
È arrivato anche il sostegno del circolo locale di Rifondazione comunista: «Così va il capitalismo neoliberista, il mercato va da sé, senza regole. Ma si può fare diversamente, uno stato può intervenire per bloccare le delocalizazzioni».

Applausi dalle finestre
Nel percorso che dall’azienda porta al centro città, in molti si sono affacciati alle finestre e sono scesi per strada in tanti, e in via Monza è scattato un applauso a sostegno dei dipendenti che lottano per mantenere il lavoro. «Diciannove anni fa in Italia c’erano sei stabilimenti, oggi è rimasto solo Brugherio. Sei anni fa si producevano 900mila pezzi, oggi solamente 300mila» ha detto Mancini. Aldo Fumagalli, attuale presidente dell’azienda produttrice di elettrodomestici, è chiamato in causa da Mancini: «Non propone un piano industriale serio, gioca con le aziende della Candy e porta il lavoro in Cina, Russia, Turchia. Con il padre Peppino non era così». Proprio questa mattina la proprietà avrebbe dovuto partecipare a un commissione sul tema in Regione Lombardia ma, per la seconda volta, ha disertato l’incontro. Altro bersaglio di Mancini e dei lavoratori è il premier Matteo Renzi: «Abbiamo mandato una lettera, non è arrivata nessuna risposta. Perché da Whirlpool è andato e qui no?». Attualmente i lavoratori in esubero lavorano quattro ore per quattro giorni, con stipendio decurtato. Intanto, un corteo che sicuramente ha smosso qualcosa, attirando centinaia di persone e di cittadini solidali. «Ringraziamo il sindaco Troiano, che ci è sempre stato vicino» ha concluso Mancini, che poi rivisitato un vecchio slogan dell’azienda: «Candy sa come si fa…ma a licenziare».

Continue Reading

More in Cronaca

To Top