Cronaca
Addio al partigiano Chirico, liberava le corti dai tedeschi
«Un uomo dedito al lavoro che ha fatto dell’onestà la sua ragione di vita pur senza mai ostentarla. Partecipò attivamente alla liberazione delle cascine dai soldati tedeschi, a volte nascondendosi nei covoni di fieno aggregato alle pattuglie dei partigiani». La figlia di Angelo Chirico racconta uno spaccato della vita del suo papà, che ha contribuito a difendere la patria durante la guerra ma che è stato anche attivo nella sua amata Brugherio, dove si è spento, la scorsa settimana, all’età di 89 anni.
Dalla Pobbia alla Breda
Angelo è nato alla Pobbia (quartiere via Marsala-via dei Mille) il primo giugno del 1926; secondo di cinque figli. Si è trasferito a Moncucco in prossimità di Villa Sormani (sua mamma lavorava alle dipendenze del Conte Andreani) ed il cortile in cui è cresciuto è lo stesso dal quale partì il primo volo aerostatico d’Italia. «Fin dall’infanzia – ci spiega Giancarla, la figlia – parallelamente alla frequentazione della scuola, fu da sempre abituato a partecipare attivamente alle attività di lavoro in campagna; a 14 anni iniziò l’attività di meccanico su macchine utensili in zona Porta Romana a Milano, luogo di lavoro al quale arrivava ogni mattina in bicicletta; lavorò poi alla Breda Aeronautica durante il periodo della guerra, che terminerà con il bombardamento del suo reparto di produzione d’aerei».
L’arrivo della guerra e i travagli in fabbrica
Ma da giovanissimo Angelo dovette gestire serie problematiche relative alla guerra e travagli intestini alla fabbrica, infatti «raccontava sempre di come la convivenza sul posto di lavoro, a quei tempi, – continua la figlia – fosse tutt’altro che semplice. Partecipò attivamente alla liberazione delle cascine dai soldati tedeschi, a volte nascondendosi nei covoni di fieno aggregato alle pattuglie dei partigiani. Al cessare delle ostilità riconsegnò spontaneamente l’arma in dotazione (comportamento non tenuto da molti), arma che non usò mai impropriamente. Terminò la sua vita lavorativa alla Magnaghi di Brugherio come operaio specializzato. Fu padre di due figli maschi ed una primogenita femmina, e nonno esemplare di tre nipoti. Le sue passioni furono la meccanica, l’agricoltura ed il calcio».
I riconoscimenti pubblici
Il partigiano Chirico ha ricevuto diversi riconoscimenti a cui teneva molto tra i quali: nel 1967 il comando del distretto militare di Monza gli ha concesso la Croce al Merito di Guerra in seguito ad attività partigiana e nel 1968 la medaglia di benemerenza per i volontari della Seconda Guerra Mondiale del Ministero della Difesa per la lotta armata contro i tedeschi e contro i fascisti.