Cronaca
Candy, per evitare gli esuberi si tenta l’accordo in Sala consiliare
Continuano le manovre politiche per i 340 esuberi dichiarati dalla direzione della Candy di Brugherio, a fine giugno. L’amministrazione comunale, come preannunciato dal sindaco Marco Troiano si sta muovendo per evitare che i licenziamenti diventino effettivi e ricomporre la frattura tra lavoratori e sindacati da una parte e azienda dall’altra.
Per adesso la cosa certa è che il 24 luglio (a NoiBrugherio già in stampa ndr), nella Sala consiliare del municipio di Brugherio, alle ore 17, è andata in scena la tavola rotonda, o per meglio dire “triangolare”, che ha visto coinvolti i vertici dell’amministrazione locale (guidati da Troiano) le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) e i sindacati provinciali.
Obiettivo: coinvolgere nella questione gli enti locali. Perciò, nella lista degli «invitati» all’incontro del 24 luglio, spiccano l’assessorato regionale alle attività produttive, la presidenza della provincia e la direzione generale dell’Agenzia Formazione e Orientamento al Lavoro (AFOL) della provincia di Monza e Brianza e i sindaci dei 25 comuni che hanno concittadini coinvolti nella crisi Candy. Secondo il sindaco Troiano l’incontro è una «nuova occasione per condividere un percorso di sensibilizzazione».
Ma il 24 luglio non è la prima volta che Troiano incontra i sindacati sulla questione.
Il 2 luglio scorso infatti RSU, istituzioni e la proprietà Candy si sono incontrati una prima volta «per comprendere la situazione – come afferma Troiano nel comunicato stampa, e continua – ci siamo attivati per aprire un canale di dialogo a Roma». Il problemadei 340 esuberi di Brugherio infatti è arrivato a Montecitorio. Il 7 e 8 luglio Walter Rizzetto (capogruppo di Alternativa Libera, ex M5S) e Paolo Grimoldi (Lega Nord) hanno condotto due interrogazioni parlamentari indipendenti su questi temi.
Troiano, dal canto suo, chiede esplicitamente che «sia il governo a farsi carico di questa situazione». La crisi del “bianco” continua a colpire i lavoratori. Un mercato sempre più difficile che ha lasciato soluzioni anti–crisi di fortuna (i 500 lavoratori di Candy sono tutti a contratto di solidarietà) e sempre più stabilimenti vuoti, ex voto alla “delocalizzazione”.