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Noi Brugherio

Eugenio Zuccon: «Così do luce al Meeting di Rimini»

Comunità Pastorale

Eugenio Zuccon: «Così do luce al Meeting di Rimini»

foto da Flickr – Meetingdirimini

 

di Roberto Gallon
«É come costruire una cattedrale, per accogliere migliaia di persone che hanno a cuore la chiesa». Racconta così il proprio impegno, Eugenio Zuccon, brugherese, responsabile e coprogettista della parte elettrica del “Meeting per l’amicizia fra i popoli”. L’evento culturale organizzato dal movimento di comunione e liberazione nei padiglioni della fiera di Rimini, si svolgerà anche quest’anno dal 20 al 26 agosto, proponendo ai visitatori mostre, convegni, riflessioni, incontri, concerti.

Un anno per progettare
Nei dieci giorni che precedono la kermesse, circa 600 volontari tecnici sono impegnati dalle 8 alle 19 ad allestire gli stand nei 10 padiglioni della fiera e a smontarla nei 2 giorni successivi alla chiusura. «Dai primi giorni dell’anno, ci si incontra a Rimini o lungo la via Emilia per predisporre le basi del progetto. Conoscendo le linee generali dobbiamo progettare come portare l’alimentazione elettrica a tutti gli stand presenti e distribuire così 2400 kw, quasi due volte Brugherio che necessità di 1100 kw al giorno» ricorda il tecnico brugherese. «I responsabili degli stand mi devono fornire la dichiarazione di conformità in modo che possa garantire la sicurezza di tutti. Si creano delle squadre composte da 1 o 2 adulti esperti e da altri più giovani. Insieme svolgono vari lavori per allestire gli stand. Un terzo delle persone tornano. Il venerdì sera e la domenica mattina prima dell’inaugurazione, faccio il giro di tutti i padiglioni: 1.800 metri, il miglio di Rimini, per capire se ci sono dei problemi e migliorare sempre».

Volontario dal 1998
Zuccon, come volontario, fin dal 1998 ha cominciato a fare il pronto intervento per la manutenzione. «I giovani della parrocchia San Paolo avevano altri impegni e allora il parroco, don Gianni Calchi Novati, mandò noi adulti ad aiutare. Nel 2005 il progettista responsabile stava chiudendo il progetto tecnico e saputo della mia normale attività professionale mi ha chiesto di collaborare. Nel 2006 il primo premeeting come elettricista e nel 2007 il primo compito ufficiale come progettista. In questi anni ho imparato come sia fondamentale il rapporto tra gli adulti responsabili ed i volontari. É un rapporto fondamentale per la crescita delle persone e per me un rapporto come tra padre e figlio. Per molti ragazzi é la prima esperienza di lavoro e cablare un cavo non é semplice. Lavoro in un “loculo” di 12 metri quadri insieme a tre ingegneri (io sono perito industriale), ma tu cerchi di mostrare ai ragazzi quello che sei, la passione per il mestiere e quello che fai con il cuore, oltre alla professionalità che serve sempre. La paternità é questa: so una cosa e la racconto a qualcun altro».

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